Buon 2011!

31 dicembre 2010

Auguri a tutti voi di un 2011 ricco di serenità, di pace, di amore… di arte, di musica, di canti, di buoni banchetti e… soprattutto di verde, di fiori, di energia pulita, di alimenti biologici, di saponi ecologici…


Il T.A.R. blocca l’inceneritore di Albano

17 dicembre 2010

Da noinceneritorelbano ROMA – Un’autorizzazione arrivata dalla giunta Marrazzo fuori tempo massimo. E con carenti istruttorie sulla qualità dell’aria e sull’uso dell’acqua. L’ inceneritore di Albano è stato bocciato anche dal Tar del Lazio, dopo che la Asl dei Castelli romani aveva espresso pesanti perplessità riguardo il progetto che metterebbe a rischio le falde. Il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso presentato dal coordinamento « No inc» e da 8 sindaci, quelli di Castel Gandolfo, Lanuvio, Ariccia, Ardea, Albano, Genzano, Rocca di Papa e Pomezia. Il Tar ha cancellato, in sostanza, i due permessi firmati dalla giunta Marrazzo che concedevano il «semaforo verde» alla realizzazione dell’impianto destinato alla produzione di energia elettrica bruciando il cdr – rifiuti raccolti tramite la differenziata – proveniente dai cassonetti di Roma e Fiumicino.

AUTORIZZAZIONE «INCOMPRENSIBILE» – Pesantissimi, i rilievi dei giudici. In sintesi: la Regione ha «autorizzato l’avvio dei lavori di cantierizzazione in una data, nell’ottobre 2008, – si legge nella sentenza – in cui però erano ormai scaduti i poteri straordinari in materia ambientale attribuiti al Presidente della Regione». Insomma non si poteva firmare la fondamentale valutazione di impatto ambientale , arrivata tortuosamente in extremis una seconda volta, per superare le perplessità di un primo documento analogo che aveva invece bocciato il progetto. Addirittura, i giudici scrivono di «non comprendere su quali basi normative il Presidente della Regione Lazio abbia ritenuto di rilasciare siffatta, atipica, autorizzazione provvisoria».

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Arsenico nell’acqua: e i politici dicono “bevete”!

9 dicembre 2010
Quando i nostri politici devono risolvere il problema dei veleni trovati nelle acque che riforniscono le case dei cittadini, cosa fanno? Invece di individuare la causa e prevenirla, dicono :  se otteniamo una deroga ai limiti massimi di legge (10 microg/lt per l’arsenico), l’acqua si può bere. Dunque, l’acqua è tossica perché ha più di 10 microgrammi di veleno, ma se per legge si stabilisce che ne può avere anche 50, non è più tossica e si può bere!

L’arsenico che normalmente si trova in natura aumenta a causa dell’intervento dell’uomo, soprattutto in seguito alle combustioni, come quelle di centrali elettriche, inceneritori… e a causa di sfruttamenti esagerati delle falde acquifere, come avviene nelle zone dei Castelli romani, dove si vuole costruire un altro inceneritore!

www.noinceneritorealbano.it

La puntata di Blob (Rai Tre) di Mercoledi 8 Dicembre 2010 rende conto del problema.

L’ACEA  FORNISCE AI CASTELLI ACQUA

TROPPO SPESSO NON POTABILE

SABATO 11 DICEMBRE 2010  alle ore 17,00

PRESSO LA SALA DELLA CIRCOSCRIZIONE DI CECCHINA VIA ROCCA DI PAPA

ASSEMBLEA PUBBLICA

E’ ormai divenuto di pubblico dominio quanto andiamo dicendo da anni e qualcuno tra noi da più di 10 anni.

Il sovrasfruttamento delle falde idriche del nostro territorio dovuto alla sciagurata gestione del medesimo da parte delle amministrazioni, degli operatori economici e di chi ha continuato a costruire indiscriminatamente, ha determinato la presenza di elementi indesiderati e patogeni nelle acque delle nostre case. Da anni la presenza di fluoro, arsenico, manganese e altro, va oltre i limiti previsti dalla legge del 2001.

Sei anni di deroghe concessi dal governo nazionale non sono bastati, e non sono bastati neanche ad          ACEA che ormai governa le acque dei nostri territori da 5 anni e riscuote bollette relative ad un servizio che non ha la qualità minima per rispettare il contratto di servizio.

Nel mese di ottobre tra l’8 e l’11 abbiamo fatto undici prelievi a Cecchina, Montagnano, Cancelliera, Pavona, Lanuvio, Genzano. Ebbene 6 campioni su 11 davano valori eccedenti i limiti di 10 microg/lt per l’arsenico e di 1,5 millig/lt per il fluoro.

Il 28 ottobre la commissione europea ha risposto alle richieste della regione Lazio concedendo l’ennesima deroga per il fluoro portando il limite a 2,5 millig/lt  fino al 2012, ma ha respinto la richiesta di portare il limite per l’arsenico a 50 microg/lt.

Risultato: per tutto il 2010 l’ACEA CI HA FORNITO ACQUA FORMALMENTE NON POTABILE e in più ci ha preso per i fondelli allegando alla bolletta una letterina dove vantava deroghe inesistenti. Il giochino è consistito nel consegnare nel 2010 una comunicazione comunque scema , ma datata luglio 2009.

Ciò senza considerare il merito delle cose e cioè che, deroga o no, l’assunzione di acqua con un contenuto di fluoro superiore a 1,5 millig/lt può far insorgere fluorosi o altre patologie, mentre l’assunzione di arsenico per periodi lunghi anche per quantità largamente inferiori ai 10 microg determina un aumento significativo del rischio di contrarre per esempio il cancro alla vescica. Tutto questo è coerente con le risultanze delle indagini epidemiologiche che danno nella nostra zona un incidenza dei cancri all’apparato urogenitale largamente superiore alla media regionale. In questa situazione ACEA, socio al 33% di COEMA, pretende, con l’avv Cerroni, di costruire l’inceneritore dei rifiuti a Roncigliano nel cuore del disastro idrico dei castelli conoscendo la cascata di acqua necessaria permanentemente a questo pentolone.

NON POSSIAMO PERMETTERE QUESTE COSE.

ACEA DEVE RITIRARE TUTTA LA FATTURAZIONE RELATIVA AI CONSUMI DEL 2010, MA VA RIVISTA PURE QUELLA DEGLI ANNI PRECEDENTI.

I COMUNI CAMBINO RADICALMENTE LA POLITICA URBANISTICA DEI TERRITORI, NE’ UN METRO CUBO DI CEMENTO, NE’ UN METRO QUADRO DI ASFALTO.

SABATO 11 DICEMBRE 2010  alle ore 17,00

PRESSO LA SALA DELLA CIRCOSCRIZIONE DI CECCHINA VIA ROCCA DI PAPA

ASSEMBLEA PUBBLICA

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano


Gelmini, cittadinanza e Costituzione: i tagli e gli sprechi

8 dicembre 2010

di Franco Labella

da www.unita.it

Cittadinanza e Costituzione: dopo i tagli gli sprechi

Il giovane Ministro è visibilmente stanco.
La settimana scorsa l’on. Mariastella Gelmini ha votato, alla Camera, contro un emendamento proposto dal giovane Ministro Mariastella Gelmini.
Contro se stessa insomma.

O forse era la sosia degli Spicchi della settimana scorsa?

Sempre la settimana scorsa si è anche materializzata una nuova puntata della telenovela “Cittadinanza e Costituzione”, la disciplina che non c’è e che quindi, non viene valutata con un voto.

L’Ufficio scolastico regionale della Lombardia ha deciso di finanziare un corso di formazione di cultura costituzionale organizzato dalla Facoltà di Giurisprudenza dell’Università Statale di Milano e promosso su iniziativa della costituzionalista Lorenza Violini.

Il corso è destinato anche ai docenti di Storia delle superiori che insegnano Cittadinanza e Costituzione.

Quando nell’agosto del 2008 il giovane Ministro annunciò, in favore delle telecamere e col Presidente del Consiglio Berlusconi al suo fianco, “una nuova disciplina , con valutazione autonoma, nelle scuole di ogni ordine e grado”, lo stupore fu notevole.

Perché quella decisione si accompagnava alla intenzione, poi realizzata da quest’anno col riordino, di eliminare lo studio del Diritto in tutti i Licei e nei Trienni di Tecnici e Professionali.

Diritto costituzionale versus “Cittadinanza e Costituzione”?

Il prologo è, come il lettore degli Spicchi converrà, di tutto rispetto.
In un primo momento il giovane Ministro, con un comunicato, annunciò pure che ad insegnare “Cittadinanza e Costituzione” sarebbero stati, alle superiori, i soli docenti di Storia, docenti che nei loro curricola universitari non hanno percorsi od esami prossimi al Diritto pubblico e al Diritto costituzionale.

I docenti di Discipline giuridiche ed economiche, per il giovane Ministro, non avevano titolo per parlare di Costituzione e diritti.

Per un giovane Ministro che parla di rispetto delle competenze e di valutazione del merito non c’è male, ma questa è solo la prima delle numerose contraddizioni (frutto della stanchezza segnalata all’inizio?) che costellano la vicenda di “Cittadinanza e Costituzione”.

Arriviamo così alle contraddizioni successive e cioè al fatto che Cittadinanza e Costituzione nelle superiori oggetto del riordino, non ha un monte ore proprio e non ha un voto in pagella.

Ma come? Ed il “traguardo epocale” della conferenza stampa televisiva dell’agosto del 2008?

La nuova disciplina con valutazione autonoma degrada, nonostante i funambolismi dell’ultimo comunicato del MIUR, ad Educazione civica e resta senza voto.

Ma chi la deve insegnare (i docenti di Storia e poi anche i docenti di Diritto nei pochissimi indirizzi dove, bontà del giovane Ministro, sono ancora presenti dopo il riordino) che tipo di contenuti si vede proporre?
Non voglio svelare la sorpresa, che il lettore, se vuole, lo scopra da sè.

O meglio, lo intuisca da queste due circostanze.

Il Miur firma un protocollo d’intesa.

Con la Società di Storia Patria o con le associazioni professionali dei pedagogisti direte voi visto che i contenuti giuridici non sono tutto.

Basta applicare il noto paradosso dell’”Educazione alla legalità senza le leggi” di Marco Bruschi, giovane consigliere politico della Gelmini.

Errore: il protocollo la Gelmini lo firma con l’Associazione Italiana dei Costituzionalisti presieduta all’epoca da Alessandro Pace.

Va bene sarà un caso, certo i contenuti di C&C sono quasi esclusivamente giuridici e poi, aspettate, magari il giovane Ministro coinvolgerà qualche Facoltà di Lettere o di Pedagogia.

Altro errore: oggi arrivano i costituzionalisti della Facoltà di Giurisprudenza di Milano.

Keynes per spiegare l’intervento dello Stato adoperò il noto apologo delle buche da scavare e delle buche da colmare in tempi diversi di crisi economica.

Anche il giovane Ministro è, a dispetto della sua coalizione, keynesiana.
Con una mano toglie l’insegnamento del Diritto (e licenzierà i docenti di questa disciplina), con l’altra mano, però, spende soldi pubblici per formare i docenti di Storia che hanno preso il loro posto per insegnare…….. il Diritto costituzionale che apprenderanno frequentando il corso della Facoltà di Giurisprudenza.

Come tagliare e sprecare contemporaneamente ed in relazione ad una sola questione.

Ma poi il giovane Ministro non continua a tuonare contro gli sprechi di alcuni corsi o Facoltà universitarie, i microcorsi spesso inutili se non, dice la Gelmini, a far sopravvivere cattedre e baroni?

Ho cambiato idea rispetto a qualche Spicchio fa: datele il Nobel per l’Economia o affidate al giovane Ministro il dicastero dell’Economia.

Oppure, magari, fatela riposare.

E l’appello è rivolto anche al popolo dei tetti.
1 dicembre 2010


Dario Fo e Machiavelli: consigli al Principe

4 dicembre 2010