Vivere la decrescita

7 luglio 2010

Martedì 13 Luglio, ore 20.30, Città dell’Utopia, Via Valeriano 3F, Roma, Filippo Schillaci presenterà il suo libro “Vivere la Decrescita”; dalle 20 bar per aperitivo aperto.

Nella primavera del 1996 Filippo Schillaci, tecnico informatico presso un ateneo romano, lascia il suo appartamento e va a vivere in campagna. Dietro questo passo non c’è né un ossequio alle mode né una scelta estrema di «esistenza selvaggia» ma la semplice decisione di non basare più la propria vita interamente sul denaro. L’autore comincia così ad affiancare alla propria convenzionale attività retribuita l’autoproduzione di beni di uso quotidiano; impara a coltivare un orto, a curare gli alberi da frutto, poi a costruire e riparare da sé semplici oggetti o anche parti della casa. Il libro, alternando e fondendo narrazione e riflessioni, racconta le tappe di questa esperienza e le idee, gli obiettivi che l’hanno motivata e guidata.
È una sorta di diario di viaggio ma anche una discussione sulla concreta possibilità per ognuno di migliorare il proprio stile di vita qui e adesso, senza impegnarsi necessariamente in «ardimentose» avventure alternative bensì semplicemente mutando la propria percezione di alcuni concetti chiave della vita di ogni giorno: benessere, divertimento, lavoro, tempo libero. E mutando di conseguenza le proprie scelte in ciascuno di tali campi.

Filippo Schillaci è tecnico informatico part time presso la seconda università di Roma, ove si è occupato anche di fotografia e linguaggio cinematografico. Durante gli anni ’90 ha collaborato con il Museo dell’Immagine Fotografica e delle Arti Visuali del proprio ateneo dedicandosi allo studio dell’opera di Andrej Tarkovskij, Godfrej Reggio e Silvano Agosti. Dal 1996 vive in campagna, in provincia di Roma, affiancando alle proprie attività la coltivazione biologica e lo studio delle tecniche artigianali tradizionali.

Il Movimento per la decrescita felice si propone di mettere in rete le esperienze di persone e gruppi che hanno deciso di vivere meglio consumando meno; di incoraggiare rapporti interpersonali fondati sul dono e la reciprocità anziché sulla competizione e la concorrenza; di utilizzare e favorire la diffusione delle tecnologie che riducono l’impronta ecologica, gli sprechi energetici e la produzione di rifiuti; di impegnarsi politicamente affinché questi obiettivi siano perseguiti anche dalle pubbliche amministrazioni, dallo Stato e dagli organismi internazionali.
A tal fine è necessario elaborare un paradigma culturale alternativo al sistema dei valori fondato sull’ossessione della crescita economica illimitata che caratterizza il modo di produzione industriale. Dall’attuale concezione di un «fare finalizzato a fare sempre di piú», il lavoro dovrà tornare a essere un «fare bene» finalizzato a rendere il mondo piú bello e ospitale per tutti i viventi. Di questa elaborazione, resa drammaticamente urgente dalla necessità di impedire che l’effetto serra esca fuori controllo, le Edizioni per la decrescita felice si propongono di essere un tassello, costituendo un laboratorio di idee per un Rinascimento ancora possibile.


LATOUCHE E PALLANTE A ROMA

29 settembre 2009

SABATO 10 OTTOBRE – Sala Convegni della Città dell’Altra Economia largo Frisullo -Testaccio
ore 9:30-13:00 Pallante interviene all’incontro ‘Popoli Nativi’di cui potete leggere di più negli allegati

VENERDI’ 16 OTTOBRE ore 17:30 Teatro Liceo Morgagni via Fonteiana 125 (Monteverde) dibattito con Pallante e Latouche


Fare lo yogurt in casa

21 luglio 2009

Da un po’ di tempo produco yogurt in casa con ottimi risultati. Il 17 luglio ho condiviso questa esperienza con altre persone; ecco una sintesi della serata:

Autoproduzione di yogurt: vantaggi per la salute e non solo.

1) Ingredienti

Per produrre yogurt occorrono latte e batteri (liofilizzati o non).

– Batteri
Lo yogurt si ottiene grazie all’azione di lattobacilli (Lactobacillus bulgaricus e lactobacillus yogurti) e di streptococchi (streptococcco termophilus), sono i fermenti lattici vivi, che si possono comprare in farmacia.
Sono organismi viventi che si cibano di alcune componenti del latte (principalmente il lattosio, che è uno zucchero) trasformandole in acido lattico. L’acido lattico (e l’ambiente acido in generale) riduce la formazione di agenti dannosi per l’organismo. Troppo acido lattico renderebbe disgustoso lo yogurt.

I fermenti continuano a vivere finché hanno di che nutrirsi. La loro attività (la velocità con la quale operano) dipende principalmente dalla quantità di cibo e gas disciolti nel latte  e dalla temperatura (più scende e meno sono attivi).

2) Strumenti

  1. Vaso di vetro della capacità di circa un litro, con tappo
  2. Panno  di lana (sciarpa o altro)
  3. Bollilatte

3) Dosi:

–         1 bustina di fermenti liofilizzati

–         1 litro di latte intero (o mezzo litro per farlo più denso)

4) Procedimento:

Sciogliere  una bustina di fermenti liofilizzati nel vaso di vetro ben pulito con poco latte tiepido della temperatura di 37-42°C (non occorre il termometro, la temperatura del nostro dito va bene), aggiungere il resto del latte. Non tappare, ma coprire solo con un tovagliolo di carta e avvolgere interamente nel panno di lana, per mantenere la temperatura costante.

Riporre in posto della casa non freddo, magari non lontano dai fornelli e non su superfici che vibrano.

5) Tempi

Dopo 8-12 ore lo yogurt è pronto, denso e dolce. Se si allungano i tempi diventa acido e si forma del siero giallo in superficie (che si può asportare o non, prima di consumarlo).

6) Conservazione e riproduzione

Si può conservare questo yogurt per 5 o 6 giorni in frigorifero. Preparare la dose successiva con qualche cucchiaiata di questo primo preparato e così via finché quello nuovo non inizia a venire molto liquido e acquoso: allora vuol dire che è ora di rinnovare e ripartire coi fermenti liofilizzati o con un vasetto di yogurt del supermercato( i cui fermenti possono essere già morti). Si riesce a riprodurlo dalla bustina iniziale circa 20-30 volte.

Vantaggi economici per il singolo

Lo yogurt fatto in casa costa il prezzo del latte, 1,20 € al litro più quello (una tantum della bustina) o del vasetto di yogurt industriale (da evitare, in quanto i fermenti potrebbero essere non più vivi e improduttivi).

Una scatola di 4 bustine costa 5 € (1,25 € a bustina) e può durare diversi mesi.

Lo yogurt industriale costa circa 4 € al litro.

Vantaggi per la salute

Il Lactobacillus delbrueckii, specie Bulgaricus, promuove l’acidificazione dell’intestino tenue, contribuendo così a creare un ambiente inospitale per i batteri patogeni;produce inoltre un antibiotico naturale; grazie alla sua capacità di scomporre adeguatamente il lattosio, risulta di grande aiuto per i soggetti affetti da intolleranza al lattosio.”Da http://protonutrizione.blogosfere.it/2007/05/lactobacillus-b.html.

Inoltre, consente: la ricolonizzazione del tratto intestinale, la prevenzione delle malattie allergiche, l’assorbimento di vitamine, la prevenzione di malattie tumorali.http://www.aldozecca.net/alimentazione/i_fermenti_lattici_e_gli_al.htm

Lo yogurt fatto in casa è più salutare in quanto i fermenti sono sicuramente vivi ed attivi.

Vantaggi per la società e l’intera economia (vedi anche Maurizio Pallante).

L’autoproduzione in genere dei beni alimentari, di vestiti… è un potente mezzo per contrastare l’egemonia del mercato, le imposizioni della grande distribuzione, gli abusi da questi soggetti perpretati anche a danno della salute del consumatore (quante sostanze tossiche ci sono negli alimenti sugli scaffali?).

Facendo lo yogurt in casa, o marmellate, conserve… ,cucinando molto, azzerando l’acquisto di cibi confezionati, specie se precotti, si combattono le aziende che mirano alla vendita di grandi quantità di merci (pensiamo ai polli in batteria che da pulcini diventano grandi in 37 giorni, mentre occorrerebbero 4-5 mesi o a quegli avicoltori che producono 200.000 uova al giorno) a discapito della qualità. Queste aziende non si curano dei bisogni dei cittadini (da esse chiamati consumatori, con la speranza che consumino il più possibile per aumentare i profitti). Sui testi universitari e scolastici il Marketing è definito come la disciplina che studia i bisogni dei consumatori per offrire loro proprio ciò che desiderano. E’ così? O forse studia come creare bisogni indotti?

Facendo lo yogurt in casa io mi sottraggo all’egemonia del mercato, allo strapotere della grande distribuzione, e fuggo dall’acquisto di merci messe sugli scaffali da altri, secondo le logiche ed i gusti di altri, secondo i tempi ed i modi di altri.

Rifiuto il CONSUMISMO ( alla base dei disvalori e dei disordini psicolgici dei giovani) ED IL CAPITALISMO.

Inoltre, produco RIFIUTI ZERO…

faccio calare la domanda di plastica (leggi petrolio) per i vasetti, quella di carta per gli imballaggi…

mangio un alimento a KM ZERO…

conservo le tradizioni

l’uso della manualità…

AGGIORNAMENTI SU https://energiapulita1.wordpress.com/2010/10/10/yogurt-in-casa-aggiornamenti/


Un miliardo di senza cibo

19 giugno 2009

Mostra immagine a dimensione intera

La FAO lancia l’allarme sull’aumento della fame nel mondo: le stime per il 2009 sul numero di persone che soffrono la fame indicano la cifra di 1,02 miliardi. La cifra supera di oltre 100 milioni il livello dell’anno scorso e rappresenta circa un sesto della popolazione mondiale.
La crisi economica mondiale ha ridotto i redditi, aumentato la disoccupazione e ridotto l’accesso al cibo ai più poveri.
Secondo il direttore generale della Fao Jacques Diouf, “questa silenziosa crisi alimentare costituisce un serio rischio per la pace e la sicurezza nel mondo”. Non possiamo rimanere indifferenti”.

Da quando i paesi ricchi hanno iniziato ad intervenire nei paesi cosiddetti poveri per portarvi ciò che è considerato “sviluppo” e hanno steso progetti per “occidentalizzare” il mondo, il risultato è stato un aumento continuo ed oggi accelerato della povertà e della fame.
Col pretesto di aiutare le popolazioni del terzo mondo, le hanno in realtà assoggettate e rese incapaci di autoprodurre i beni alimentari: l’introduzione di tecniche agricole estensive basate sulla monocoltura (destinata all’esportazione) e il ricorso a concimi chimici hanno distrutto la naturale fertilità della terra e la varietà biologica. In tal modo i popoli indigeni sono diventati dipendenti dalla fornitura di sementi e concimi dall’estero, cioè schiavi a tutti gli effetti dei paesi ricchi, la cui reale finalità era alimentare il commercio, il mercato globale, il libero scambio, l’arricchimento di pochi.
Per approfondimenti, “Come sopravvivere allo sviluppo” di Serge Latouche e “La decrescita felice” di Maurizio Pallante.


9 giugno 2009

12  Giugno  ore 21:00-23:00

La Città dell’Utopia,via Valeriano 3F,

(vicino metro S.Paolo)Roma

Ingresso libero

 

La Città dell’Utopia

ed

Il Circolo territoriale della decrescita felice di Roma 

                                  

 presentano: 

CAMPAGNA PUBBLICA PER UNA GESTIONE DEI RIFIUTI SENZA INCENERITORI

VIDEO:

VEDELAGO: il riciclo al 100 %

NULLA SI DISTRUGGE: la raccolta differenziata ha origini antiche

THE STORY OF STUFF: la storia delle cose

INTRODUZIONE CIRCOLO MDF

INTERVENTO DI MASSIMO PIRAS PORTAVOCE DELLA CAMPAGNA

DIBATTITO

 

 

saranno disponibili i moduli per la firma della proposta di legge regionale di iniziativa popolare sui rifiuti predisposta dalla Campagna pubblica

 


NON BRUCIAMOCI IL FUTURO= RIFIUTI ZERO

25 Maggio 2009

Come è stato accennato nei post precedenti, è stata avviata una campagna finalizzata a quanto riportato di seguito

Comunicato Stampa del 21/05/2009

 La filosofia di riferimento che la Campagna ha adottato sin dalla sua costituzione è quella denominata Strategia Rifiuti Zero, intendendo con questo obiettivo l’orizzonte di qualsiasi iniziativa nel settore.

la Campagna propone all’attenzione dei cittadini del Lazio due documenti, base della sua azione, su cui intende proseguire la sua attività: 

Una proposta di legge regionale di iniziativa popolare in cui SINTETICAMENTE: 

1.    La regione Lazio ripudia l’incenerimento con mezzo di risoluzione del problema dei rifiuti.   

2. Si ribadisce la gerarchia europea d’intervento : prima la riduzione, poi il riuso, quindi il riciclo ed il recupero e solo in ultima istanza lo smaltimento in discarica;

 

3. Si introduce la differenziata porta a porta su tutto il territorio regionale come sistema di raccolta principale, invece della inutile e scarsa raccolta stradale con i cassonetti;

 

4. Si pongono obiettivi di riduzione e di differenziazione per il 2011 e 2020 (al 2020 rifiuti procapite 350 kg/ab/anno contro gli attuali 604 e l’80% di raccolta differenziata control l’attuale 12%);

 

5. Si propone una tassa contro l’”usa e getta e la messa al bando nelle mense scolastiche, aziendali e nelle manifestazioni pubbliche di questi materiali;

 

6. Si introduce il principio di una netta separazione tra le attività di raccolta e riciclaggio, e le attività di smaltimento dei rifiuti, attività che dovranno obbligatoriamente essere gestite da soggetti diversi in modo da evitare posizioni di monopolio gestionale, sovrapposizioni di competenze e conflitti di interesse (simile approccio nella Regione Piemonte e Veneto);

 

7. Si respinge il concetto di Ambito Territoriale Ottimale, quale atto preliminare alla privatizzazione della gestione rifiuti, responsabilizzando le Province ed i Comuni;

 

8. Si organizza la partecipazione attiva della cittadinanza nel controllo della gestione.

 

L’attuale legge, ancora del 1998, non è stata mai rivista sia durante la passata Giunta Storace ne durante l’attuale Giunta Marrazzo malgrado nel settore gli avvenimenti, tecnologici, normativi e di pensiero, in oltre dieci anni, siano stati tali da richiedere una profonda revisione. La proposta di legge, che avvierà a breve la raccolta delle 10000 firme necessarie verrà depositata alla Regione Lazio entro la fine del mese di maggio 2009.

 

Un piano regionale di gestione rifiuti alternativo e sostenibile,

ricordando che nel Lazio il Piano Rifiuti ancora vigente è quello elaborato dalla Giunta Storace.

In sintesi:

 

1. Si constata che la riduzione dei rifiuti, derivata dalla crisi economica, attiva un percorso diverso rispetto alle previsioni del Piano Marrazzo.

 

2. Si evidenzia che ancora una volta si ricorre solo a soluzioni impiantistiche costose, obsolete e pericolose come discariche ed inceneritori, escludendo completamente il riciclo ed il recupero: con semplici calcoli e diagrammi si evidenzia la necessità di:

 

a)      avviare la realizzazione di impianti di compostaggio di basso costo per la frazione organica, quasi inesistenti, e attività di compostaggio domestico e di condominio,

 

b)      avviare la riconversione/modifica degli impianti di preselezione dei rifiuti indifferenziati, ne abbiamo a sufficienza, oggi legati a prodotte il C.D.R. (carta e plastica per l’incenerimento) domani utili per la selezione “a freddo”;

 

c)      sostenere la realizzazione dei Centri di riciclo del secco residuo da raccolta differenziata (con tecnologie tipo quelle dell’impianto di VedeLago (Treviso)  peraltro utilizzate anche nel Centro Riciclo di Colleferro recentemente attivato.

 

3. Si rileva come i Centri di Riciclo, a costo zero ed impatto zero, e riescono a restituire ai Comuni i costi della raccolta e trasporto (circa 60 €/ton) eliminandone di fatto i relativi costi di conferimento in discarica (circa 100 €/ton): un doppio risultato per i Comuni che possono finanziare i costi della raccolta differenziata porta a porta.

 

4. Il Contropiano prevede una riduzione al 2011 del conferimento in discarica al solo 12% del rifiuto prodotto e a praticamente zero nel 2020 senza l’uso di inceneritori.

 

  Il Comitato tecnico scientifico

 Dott. Fabio Musmeci,                    Ricercatore ambientale   Bracciano

Ing. Piergiorgio Rosso,                Esperto sistemi industriali          Roma

Dott.ssa Carla Poli,                    Imprenditrice C.R.V.                      Vedelago (TV)

Dott.ssa Patrizia Gentilini,        Oncologo – ISDE Italia               Forlì

Dott. Enzo Favoino                       Scuola Agraria Parco di Monza

P.I. Massimo Piras                         Portavoce Campagna pubblica   Lazio 


Campagna “NON BRUCIAMOCI IL FUTURO”

22 Maggio 2009

Sabato 9 maggio 2009 è nata l’Associazione di promozione sociale “Non bruciamoci il futuro”.

Partendo da una campagna di vera controinformazione sui rischi sanitari ed ambientali connessi all’uso della tecnologia inceneritrice,  è STATA ELABORATA UNA PROPOSTA DI LEGGE PER affermare  un nuovo ciclo dei rifiuti che si basi su tre caposaldi: (1) Raccolta e differenziazione attraverso il trattamento meccanico–biologico (2) Riciclaggio dei materiali attraverso i Consorzi di recupero e (3) Riuso finale dei prodotti.

CERCHIAMO ADESIONI PER presentare la proposta di legge. Info su www.nonbruciamocilfuturo.org/

Adesioni Collettive: 

Associazione Uniti per il Decentramento            Fiumicino
Comitato di Malagrotta                                             Roma
Movimento per la Decrescita Felice                      Italia
Medicina Democratica                                             Italia
Cittadinanzattiva                                                        Regione Lazio
Nuove Alleanze Comitati Nord Ovest                    Roma
Coordinamento Comitati No Elettrosmog            Roma
Movimento Governo Civico per Cerveteri            Cerveteri
Movimento Nocoke Alto Lazio                                Tarquinia
Movimento Nocoke                                                   Civitavecchia
Associazione Culturale Oltretorrente                   Ladispoli
Associazione Culturale La Filastrocca                 Fiumicino
Associazione Culturale L’Albero                            Fiumicino
Associazione Natura 2000                                       Fiumicino
Associazione Robin Hood                                         Fiumicino
Associazione 99 Fontanili                                         Fiumicino
Associazione Nazionale Robin Hood                      Roma
Associazione Scuolambiente                                  Cerveteri
Associazione Scuolambiente                                  Ladispoli
Associazione Scuolambiente                                  Santa Marinella
Associazione Nuovo Municipio IV                           Roma
Associazione Parco Archeologico Centocelle    Roma
Rete per la Tutela della Valle del Sacco               Colleferro
Associazione Vivere Meglio                                     Santa Marinella
Lista Civica Un’altra Città è possibile                    Santa Marinella
Associazione Spazio Aperto                                    Manziana
Comitato Ambiente Cerveteri e Ladispoli             Ladispoli
Comitato Nazionale Medici per l’ambiente/ ISDE  Lazio
Associazione Diritti Pedoni                                       Roma
Associazione Ananke                                                Roma
Comunità territoriale Municipio X                           Roma
Comitato Acquedotto Alessandrino                       Roma
Comitato NO Corridoio Roma-Latina                      Roma
Associazione A.F.F.I.                                                   Roma
Comitato XX Municipio                                               Roma
Associazione Ex Lavanderia XIX Municipio          Roma
Associazione Vivere Vitinia XIII Municipio             Roma
Italia Nostra-Sezione Castelli Romani                    Roma
Alternativ@mente– Castelli Romani                        Roma
Comitato sotto terra il treno non i cittadini           Pavona (Albano)
Comitato cittadino Pavona 1                      Pavona (Albano)

Associazione politica Amici di Beppe Grillo   ROMA                               

Adesioni Individuali: 

Maurizio Pallante        – Esperto gestione rifiuti         Rivoli (TO) 

Ivano Peduzzi             – Consigliere Regionale            Lazio     (Capogruppo Rifondazione Com.)

Enrico Luciani               – Consigliere regionale             Lazio    (Rifondazione Com. Civitavecchia)

Gino De Paolis               – Consigliere Provinciale         Roma    (Sinistra Arcobaleno Civitavecchia)

Alessio Pascucci – Vicesindaco e consigliere com.  Cerveteri   (Lista Governo civico Cerveteri)

Giuseppe Zito     – Assessore pubblica istruzione   Cerveteri   (Rifondazione Comunista)

Matteo Luchetti   – Assessore Agricoltura               Cerveteri  (Lista civica per Ciogli)

Alessandro Gazzella  – Consigliere comunale         Cerveteri   (Lista civica per Ciogli)                      

Mauro Porro           – Consigliere comunale             Cerveteri    (Lista civica per Ciogli)    

Roberto Giardina    – Presidente Circolo Verdi       Cerveteri 

Massimo Astolfi           – Consigliere comunale PD   Ladispoli 

Alessandro Putero     – Delegato all’Ambiente        Ladispoli    (Portavoce Verdi)

Marina Cozzi               – Delegata Agenda 21           Ladispoli   (membro direttivo PD)

Ida Rossi                     – Delegata al Volontariato    Ladispoli   (Riformisti democratici)

Marco Papi                  – Portavoce Verdi                  Fiumicino 

Massimo Iannarella  – Segretario Sin. Dem.            Fiumicino 

Attilio Albiani               – Direttivo Sin. Dem.              Fiumicino  

Paola Rocchi               – Consigliere comunale          S. Marinella   (Lista Un’altra città è possibile) 

Giovanni Dani             – Consigliere comunale          S. Marinella    (Lista Un’altra città è possibile) 

Giuseppe Girardi    – Cons. comunale del. amb.     Anguillara   (Sinistra Democratica)

Massimiliano Ortu  – Consigliere Municipio Roma XVI  Roma   (Rifondazione Comunista)

Marco Giustini       – Consigliere Municipio Roma XVI   Roma    (Lista Civica Amici Beppe Grillo) 

Alfredo Toppi         – Consigliere Municipio Roma XV   Roma   (Sinistra Arcobaleno)

 


Maurizio Pallante a Roma il 28 maggio

19 Maggio 2009


Festa della Decrescita Felice

29 aprile 2009


Il Movimento della Decrescita Felice organizza il 19-20-21 giugno 2009 a Carrega Ligure (AL) l’”MDF-FEST”: evento nazionale con tre giorni di festa, incontri, laboratori, dibattiti attorno ai temi del Movimento.

Obiettivi del “MDF-FEST”:

  • radunare per tre giorni in un unico spazio le realtà che si riconoscono e aderiscono al MDF;
  • mettere insieme i cittadini che si riconoscono o che sono incuriositi dal MDF;
  • promuovere i programmi futuri di MDF;

La gente dovrebbe andare via “diversa” da come è arrivata, con notizie in più, pratiche diverse, contatti/reti nuove.
Vi saranno artisti di vario genere, conferenze e dibattiti, laboratori decrescenti, ospiti e tante altre cose.
L’ingresso è libero.

Cosa:

  • Imparare: laboratori didattici per le scuole, i bambini e i presenti
  • Informare/ informarsi: contenuti, materiali open source, free access.
  • Fare festa: spettacoli, concerti a tema, artisti locali che animano la festa.
  • Sperimentare stili di vita: allestimento di un orto virtuoso dove sperimentare, vedere, capire.Il discorso delle scelte a Km zero, mercati di prossimità mille angoli di sperimentazione, azione, buone prassi per una decrescita felice.
  • Incontrarsi, confrontarsi: costruire luoghi di incontro su diversi temi, tavole rotonde, dibattiti, discussioni, in cui persone interessanti raccontano, incontrano, avendo la possibilità di scambiare, lasciare dei feed back, progettare stili di vita alternativi, costruire reti, progettare.

Temi:

  • Agricoltura
  • Autonomia/autoproduzione
  • Rifiuti: riuso, riciclo, uso fino in fondo
  • Risparmio energetico
  • Comprare meno. Donare/ricevere, dovere di donare, dovere di ricevere, dovere di restituire a valore maggiore
  • Cibo, alimentazione, risorse, impatto ambientale della produzione e distribuzione cibo

 

Il luogo:

Carrega Ligure si trova all’estremo sud-est del Piemonte, in montagna, facilmente raggiungibile anche con mezzi pubblici ( si arriva in treno fino ad Arquata Scrivia, poi pulman di linea per Cabella e navetta per Carrega Ligure, per i giorni della festa che si terrà su tre/quattro comuni verrà potenziato il servizio navette per poter muoversi su tutta la festa senza usare i mezzi privati.

 

Contatti:

Tutti coloro che volessero dare il proprio contributo nell’organizzazione scrivano a labfab.segreteriaATgmail.com (Gino Abrigo ed Enrico Gentina), invece chi volesse dare una mano nei giorni della festa, a titolo di volontariato, scrivano a festaATdecrescitafelice.it. Per ulteriori informazioni, varie ed eventuali, scrivere a segreteriaATdecrescitafelice.it

MDF-FEST, in collaborazione con Associazione Culturale “Laboratorio della Fabula”, socio MDF


29 aprile 2009

 

LA DECRESCITA FELICE

Un nuovo Rinascimento per il terzo millennio

 

di Giorgio Cattaneo

«La vita è bella, anche senza sviluppo. Anzi: solo rinunciando all’idea di sviluppo illimitato, la vita può essere

addirittura felice». E’ questo l’orizzonte culturale della Decrescita, l’ultima risposta alla degenerazione suicida del

recente capitalismo consumistico, sempre più fondato sull’ideologia del Pil, dottrina «economica e mitologica» divenuta

ormai «una sorta di teologia», da cui deriva la catastrofe planetaria alle porte. L’antidoto? E’ la Decrescita: un nuovo

Rinascimento, che liberi gli individui dalla schiavitù dei consumi e dalle loro nefaste conseguenze in ogni campo:

ambiente, salute, qualità della vita e dei rapporti umani.

Primo obiettivo: smascherare il falso mito dello sviluppo illimitato, fonte di tutti i nostri guai. Ma è possibile concepire

un futuro senza sviluppo? «Certo. Perché non c’è alcun progresso, nello sviluppo», afferma Maurizio Pallante, ideologo

italiano della Decrescita. «Il concetto di sviluppo illimitato è una mistificazione. In realtà, non può esistere nessuno

sviluppo sostenibile: perché lo sviluppo è di per sé il problema, non la soluzione».

Saggista e scrittore, ecologista della prima ora, allievo dell’economista Claudio Napoleoni e fondatore con Tullio Regge

del Cure, comitato per l’uso razionale dell’energia, Pallante è ora l’ispiratore in Italia del Movimento per la Decrescita

Felice, proposta culturale e sociale che punta a creare riflessione, networking, comunicazione, solidarietà informata e

consapevole. Una specie di rivoluzione culturale. «La Decrescita – sostiene Pallante – è davvero l’unica soluzione per

guarire i mali del nostro sistema, basato sul culto del prodotto interno lordo». E spiega: «La salute dell’economia viene

ancora misurata in base all’andamento del Pil, che in realtà è soltanto un indicatore del valore monetario delle merci

commercializzate». Come disse Bob Kennedy nel 1968, «il Pil misura di tutto, tranne quello che ci serve per essere

felici».

Proprio qui, alla parola “felice”, si inserisce la peculiarità italiana della Decrescita: non una nuova tendenza settaria,

magari di sapore new age, ma una vera e propria ridefinizione antropologica di priorità. «A una vita fondata sul mercato

dei beni di consumo e su un “fare” di origine industriale, finalizzato a “fare sempre di più” – afferma Pallante –

dobbiamo prepararci a sostituire un’esistenza fondata su valori autentici, e cioè sullo scambio genuino di beni d’uso; su

un “fare bene”, che innanzitutto ci dia soddisfazione e ci renda, appunto, felici».

Sembra una sottigliezza, ma non lo è. Togliendo al mercato il suo potere mitologico, ora peraltro messo in crisi dal

terremoto finanziario mondiale, e restituendo capacità e responsabilità dirette agli individui, certamente si ridurranno gli

sprechi, i consumi energetici, il business del trading e i trasporti delle merci: fatalmente, si comprimerà il Pil. Malgrado

ciò – anzi, proprio per questo – si costruirà «un orizzonte pulito, abitabile, alternativo allo scempio speculativo: l’unico

possibile orizzonte, ormai, nel quale sia ancora pensabile la sopravvivenza di questo pianeta».

Il nuovo movimento italiano guidato da Maurizio Pallante si collega per alcuni aspetti ad altre tendenze europee, come

quella rappresentata dall’economista francese Serge Latouche, autore di analisi che negli ultimi anni hanno elaborato

una severa critica nei confronti del modello occidentale basato sull’ideologia di uno sviluppo potenzialmente illimitato:

«In natura, lo sviluppo illimitato non esiste. Negli ultimi tre secoli, il mito dello sviluppo inarrestabile ha minato le

risorse del pianeta. E la situazione è ulteriormente peggiorata negli ultimi quarant’anni, con l’avvento dei prodotti “usa

e getta”, concepiti per durare il meno possibile e pronti per essere trasformati in rifiuti che è sempre più costoso,

difficile e pericoloso smaltire: pensiamo alle discariche-colabrodo o agli inceneritori, che sono fabbriche di tumori».

Ora, la crisi climatica e l’implosione economica planetaria non fanno che confermare questa diagnosi: è necessario

invertire la rotta, o la Terra non reggerà al collasso che si profila all’orizzonte. E dunque: via libera a fonti rinnovabili,

riduzione e riciclaggio dei rifiuti, contenimento dei consumi, ritorno all’agricoltura tradizionale e promozione delle

filiere corte. «Non solo: è fondamentale anche il recupero di capacità perdute, quelle che servono ad auto-produrre beni

d’uso fondamentali».

Per questo, il Mdf ha aperto l’Università del Saper Fare, network formativo che coordina corsi di

auto-produzione che in tutta Italia radunano migliaia di neo-autoproduttori. «Ognuno, nel suo piccolo, può fare molto

per ridurre costi, sprechi e inquinamento, imparando a risparmiare e condividere: fare il pane in casa può diventare

innanzitutto un piacere».

La Decrescita Felice “fai da te” è il primo passo verso un network evoluto, una società più solidale e consapevole.

Come quella che lascia intravedere l’associazione dei Comuni Virtuosi, che promuove progetti esemplari: grazie ai

quali si migliora la qualità dei servizi in tutti i campi (energia, rifiuti) salvaguardando l’ambiente e pesando meno sul

bilancio economico delle comunità. «E’ un processo complesso, una riconversione globale che richiede tempo –

aggiunge Pallante – ma, proprio per questo, l’azione dei singoli può contribuire moltissimo ad accelerare i tempi,

inducendo la politica a compiere finalmente le scelte giuste».

Da sempre sostenitore delle “tecnologie di armonia” al servizio dell’ambiente e grande fautore di ogni forma di

prevenzione (il risparmio su tutto: meno costi, meno rifiuti, meno dispendio energetico, meno inquinamento), Pallante

sintetizza in modo poetico il suo ideale di Decrescita Felice: «In fondo, si tratta si recuperare l’antico sapere dei nonni:

il falso progresso l’ha scartato come obsoleto, ora invece ne sentiamo la mancanza». Un sapere che deriva da uno stile

di vita sobrio, a diretto contatto coi mezzi di produzione dei beni essenziali. «E’ un po’ la filosofia dei monaci

medievali, che erano innanzitutto auto-produttori comunitari e contemplatori del loro lavoro», come spiega lo stesso

Pallante ne “I monasteri del terzo millennio” (“Ricchezza ecologica”, ManifestoLibri). «Nel loro motto, “ora et labora”,

il riferimento spirituale viene prima di quello materiale: un suggerimento che, a distanza di secoli, vale la pena

rivalutare».

Decrescita Felice, dunque. «Per ricreare socialità, riscoprire valori essenziali, ridurre le dipendenze, gli sprechi e i costi

ambientali. E migliorare la qualità della vita». Una rivoluzione culturale, ispirata dal bisogno di un nuovo umanesimo.

«Dobbiamo riappropriarci della nostra esistenza, dei nostri ritmi vitali e del destino della Terra. Ci servono nuovi

strumenti pratici, nuove consapevolezze, nuovi saperi». L’obiettivo? «Essere felici, partecipi. Aderendo alla Decrescita,

ognuno sa di poter cominciare a fare finalmente qualcosa di concreto, da subito, senza attendere i tempi eterni delle

strategie globali».

Non è poco, in un mondo che si pretende costituito di soli numeri, di masse inerti e rassegnate di tele-consumatori dove

gli individui non contano niente. Maurizio Pallante e la sua Decrescita Felice fanno mostra di ottimismo: «E’ ormai

evidente a tutti che un’epoca di errori disastrosi si è conclusa. Ora è tempo di riprendere per mano il nostro futuro, con

fiducia: insieme, malgrado tutto, possiamo farcela».

Per informazioni:

Decrescita Felice: http://www.decrescitafelice.it

Università del Saper Fare in costruzione il sito (http://www.unisf.it) segreteria@unisf.it – 331/7088697