Cancellare i debiti

15 Maggio 2012

Vi invito a leggere articoli sulla cancellazione del debito pubblico, per capire come la finanza non abbia interesse a risanare le economie, ma a sguazzare nei danni che ricadono sulle spalle dei poveri cittadini .

Se avete la pazienza di leggerli, troverete spiegato a che punto della crisi ci troviamo, quanto non sia possibile migliorare, ma peggiorare la situazione dei singoli Stati se si continua con i tagli alle spese , con l’austerità, con i sacrifici imposti solo al popolo e non alle banche, che sono le vere cause di tutti i nostri problemi. Tagliare i debiti significa solo non restituire soldi a chi li prestati: le banche, le finanziarie… Infatti solo il 7/8% del debito è nelle mani di famiglie, il resto appartiene a chi ha causato la crisi e strangola i popoli. Perché saldare il debito con chi si è ingrassato a danno degli altri? Hanno già mangiato troppo.

Potete cominciare da qui:

Latouche: chi promette crescita produce debito e crisi

Penso che non c’è nessuna speranza, con l’euro, perché i tedeschi non rinunceranno mai a fare dell’euro una moneta della quale i cittadini non possono riappropriarsi. Loro vogliono che sia totalmente nelle mani della Bce, e che questa banca sia indipendente. In questo quadro non si può fare niente, non si può difendere il  tessuto industriale europeo perché l’Europa ha senso solo se si costruisce per proteggere i cittadini europei dalla concorrenza sfrenata del resto del mondo. Viviamo un’età da fine dell’Impero d’Occidente, ma la Cina oggi fa parte dell’Occidente e la fine dell’Occidente sarà anche la fine della Cina sotto questa forma: perché, quando nave affonda, anche se coloro che stanno sulla prua per un momento salgono in alto, finiscono poco dopo anche loro sott’acqua.

Alcuni economisti della felicità della decrescita hanno dimostrato che non c’è correlazione tra il Prodotto Interno Lordo e la Felicità. Al contrario, la New Economy Foundation ha stabilito un indice da cui sembra che i paesi con la felicità siano tra quelli considerati più poveri, come la Repubblica Domenicana. Al contrario, gli Usa sono al rango 150. E allora? Il debito non sarà mai pagato, non serve aiutare a pagare il debito: si deve cancellare il debito e partire verso un’altra direzione. Tutti gli economisti lo sanno da anni che questo debito che è diventato gigantesco non sarà mai pagato. Ma il problema è che siccome vogliono continuare con questa economia da casinò, si deve far finta che sia ancora credibile che sia pagato. E allora si deve “aiutare” i paesi a pagare: non il debito, ma gli interessi sul debito, per continuare a fare finta. Ma questo non può durare ancora per molto tempo.

Alcuni sostengono che conviene guidare una bancarotta, una sorta di modello Argentina? Ci sono molte esperienze di riconversione del debito. Anche recentemente l’Ecuador ha deciso di fare un audit e di pagare solo il 40-50% considerato come un debito giusto, giustificato, e penso che è sia la prima cosa da fare. Nella storia ci sono tantissimi casi di bancarotta, già da Carlo V nel ‘500. E’ la condizione per risanare l’economia e risanare la società. Un cambiamento radicale di sistema: perché il nostro attuale è basato sulla accumulazione illimitata per “la crescita che deve far crescere”, non per soddisfare i bisogni, perché prima di tutto si deve far crescere all’infinito i bisogni per giustificare la produzione illimitata e il consumo illimitato. Si dovrà produrre meno, ma produrre meglio. E soprattutto eliminare lo spreco incredibile che ne deriva.

Non uso mai la parola decrescita per parlare di recessione, che al massimo si può dire che è una decrescita forzata. La decrescita non è la “crescita negativa”, che in una società basata sulla crescita è la cosa più terribile al mondo perché fa aumentare la disoccupazione, non ci sono più le risorse per Serge Latouchepagare la salute, l’educazione, la cultura. Questa è appunto la situazione tragica che viviamo oggi. Per questo dico sempre che non c’è niente di peggio di una “società di crescita” senza crescita. La società di crescita con la crescita all’infinito ci porta direttamente a fracassarci contro “il muro” dei limiti del pianeta: la società di crescita senza crescita porta alla disperazione.

Per questo dobbiamo uscire da questa logica. Non è una cosa facile: non si farà senza lacrime, sangue e sudore. Ma sangue, sudore e le lacrime le abbiamo già oggi, e abbiamo anche perso la speranza. Almeno, il progetto di decrescita può creare la speranza e andare verso una società di prosperità senza crescita: una società di abbondanza frugale.

http://www.libreidee.org/2012/01/latouche-chi-promette-crescita-produce-debito-e-crisi/

Leggete anche questo:

http://coscienzeinrete.net/politica/item/276-lafrica-e-in-debito/276-lafrica-e-in-debito?-serge-latouche-nord-e-sud-il-costo-della-globalizzazione=


SERGE LATOUCHE a Cagliari, Settembre 2011

23 settembre 2011

Soluzioni alla crisi: austerità? No, rilocalizzare. Intervista a Serge Latouche

http://www.greenews.info/idee/soluzioni-alla-crisi-austerita-no-rilocalizzare-intervista-a-serge-latouche-20110922/

settembre 22, 2011 Idee

Serge Latouche, arriva con passo lento e la moglie accanto. Arriva sul palco del Festival Marina Café Noir di Cagliari accompagnato da applausi come fosse una rockstar. Eppure di musicale la sua teoria sulla “decrescita”, non ha niente. Otto R, ma niente musica. Otto cambiamenti interdipendenti: rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre, riutilizzare, riciclare. Otto punti fermi che lo hanno fatto diventare una stella del pensiero contemporaneo. Arriva con il suo bastone e il cappello in testa. Ringrazia e plaude l’organizzazione del festival sempre attenta alla sostenibilità con i generatori di energia pulita che alimentano i service e l’utilizzo di stoviglie biodegradabili e compostabili. Non solo di Pil e di deficit vive un economista. Latouche parla di amore della verità, senso della giustizia, responsabilità, rispetto della democrazia, elogio della differenza e dovere di solidarietà. Racconta come sia necessario ridistribuire le ricchezze e l’accesso al patrimonio naturale, sia fra il Nord e il Sud del mondo sia all’interno di ciascuna società. Ridurre gli impatti sulla biosfera dei nostri modi di produrre e di consumare, riutilizzare e riciclare i rifiuti del consumo. Racconta un’altra società, utopica?

D) Prof. Latouche, in che mondo viviamo?

R) Quello che osservo è uno stato di schizofrenia permanente: un giorno siamo in ripresa, il giorno dopo veniamo declassati. Facciamo parte di uno Stato che potremmo chiamare tranquillamente l’”Assurdistan”. L’unica consolazione è che la crisi di questo sistema ci ha portato all’ora della verità. Finalmente.

D) Lei, nel suo ultimo lavoro, “Breve trattato sulla decrescita serena”,  cerca di uscire al di fuori dell’utopia. Come?

R) Prima di tutto chiariamoci su un concetto: la crisi riguarda tutti e non solo la Grecia,  l’Italia, la Spagna. Siamo vittime dei “crediti ninja”, il 70% degli americani sono proprietari di debiti, tutto questo ha portato a una crisi anche morale e di civiltà, siamo all’incrocio della strada. Bisogna riconcettualizzare e ristrutturare gli apparati produttivi e i rapporti sociali. Rilocalizzare, cioè produrre in massima parte a livello locale i prodotti necessari a soddisfare i bisogni della popolazione, in imprese locali finanziate dal risparmio collettivo raccolto localmente. Se le idee devono ignorare le frontiere, al contrario i movimenti di merci e capitali devono essere limitati all’indispensabile. Invece quello che ci chiedono è “austerità”. Io sono contro l’austerità, il rigore e la ripresa della crescita. L’austerità fa in modo che non si garantisca l’assistenza sanitaria per tutti, destruttura l’istruzione e fa in modo, visto che siamo qui, che un festival, e cioè la cultura, si finanzi sempre meno. Si risparmia a spese dell’ambiente tanto da dover pensare anche ai tanti immigrati del clima che in futuro aumenteranno. Le sembra una bella soluzione? La verità è che non c’è niente di peggio che in una società fondata sulla crescita non ci sia crescita! La crescita è finita negli anni Settanta. Se si abbandona questa idolatria della crescita, sopravviveremo.

D) Quindi?

R) La crisi si deve affrontare superando due tabù: l’inflazione e il protezionismo. Ma soprattutto bisognerebbe uscire dall’euro. Dobbiamo riappropriarci della moneta, che può essere un buon servitore, ma che in alcuni casi può diventare un pessimo padrone. A marzo del 2011 il 93% dei cittadini islandesi ha detto no al pagamento del debito, lIslanda si è rifiutata di pagare il debito perché pur facendo parte dell’Europa non ha la moneta unica, la Grecia non può. L’Ungheria ha deciso di far pagare il debito alla banche. Perché nessuno racconta questi esempi alternativi?

D) Il suo è anche un programma politico, quale partito occidentale oggi si avvicina di più al suo modello?

R) Non c’è un partito in particolare, ci sono dei singoli politici che si stanno affacciando a queste idee. Ma soprattutto l’importante è che ognuno faccia la sua parte, a prescindere dai partiti: dentro un gruppo di acquisto solidale, nel proprio quartiere, in un’associazione, costruendo una rete di consumo consapevole, risparmiando energia e sprecando meno. La decrescita non è ne di destra ne di sinistra, il mio programma è in primo luogo un programma di buon senso. Bisogna dare l’esempio agli altri, sapere che quando si consuma un chilo di bistecca si consumano sei litri di petrolio. Siamo tutti chiamati in causa quando scegliamo. La soluzione non è crearsi un mondo appartato, ghettizzarsi: si può lottare contro la Fiat e lavorare per la Fiat. Bisogna fare i conti con questo mondo: i morti non fanno la resistenza.

D) Dovremmo dunque aspettarci un “partito politico della decrescita”?

R) Rifiuto l’idea della creazione di un vero e proprio partito politico della decrescita, che rischierebbe di cristallizzare lo spirito del movimento.

D) Ha un libro da consigliare come fonte di ispirazione?

R) Tonino Perna, ha appena scritto un bellissimo libro che si intitola “Eventi estremi”. Il crollo di Wall Street del settembre 2008 è stato definito una “tempesta perfetta”. Perna affronta le analogie tra denaro e finanza, tra la finanza, il clima e la CO2. Gli “eventi estremi” climatici e finanziari, in crescita negli anni recenti, si caratterizzano per il medesimo meccanismo: “fluttuazioni giganti” provocate da una fortissima accelerazione dei processi.

D) Come si può ancora essere felici?

R) Solo la frugalità ci può dare l’abbondanza. Lo sanno bene i pubblicitari che i popoli felici non hanno bisogno di consumare.

D) Come si prepara la transizione a una società frugale?

R) Ci sono molti esempi. I casi di San Cristobal e Marcos e della guerra dell’acqua di Cochabamba, sono spinte dal basso, spinte che hanno cambiato gli equilibri ma non hanno rivoltato gli Stati. Sono movimenti che non chiedevano potere, ma futuro per il popolo.

Francesca Fradelloni


CleaNap: i cittadini puliscono Napoli

25 luglio 2011

Energie positive si stanno diffondendo: i cittadini napoletani stanchi della monnezza, tanti giovani, gli Angeli della monnezza, si rimboccano le mani e ripuliscono le piazze e le strade, piantano fiori, insieme con i bambini, cui insegnano la raccolta differenziata autogestita, in attesa che che il Primo cittadino, Luigi De Magistris, riesca a realizzare quello che a Napoli sembra essere un sogno: RIFIUTI ZERO! Il vicesindaco sta studiando l’applicabilità del sistema di riciclo di Vedelago. Chi la dura, la vince.

Qui le foto:

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/07/24/foto/tutti_a_raccogliere_rifiuti-19565100/1/?ref=HREC2-8


Benigni alla festa della FIOM

20 giugno 2011

L’ITALIA S’E’ DESTA!


Angelo Vassallo uomo dell’anno

4 gennaio 2011

uomo dell’anno per Rainews24 e non solo

“Noi siamo quelli che nelle scuole vietiamo l’ingresso dei precotti, noi siamo quelli che nelle scuole promuoviamo l’educazione alimentare, noi siamo quelli che mettiamo a disposizione dei contadini le piazze in forma gratuita, per la vendita dei propri prodotti, noi siamo quelli che abbiamo inventato il mercato del contadino, la filiera corta, noi siamo quelli che non facciamo pagare le tasse ai contadini in momenti di crisi…”

noi siamo quelli che vogliono divulgare la dieta mediterranea

noi siamo quelli che vogliono mettere al bando le merendine

noi siamo quelli che vogliono collegare la qualità del cibo alla comunità dei saperi (“un sindaco deve pensare alla salute dei cittadini…noi siamo come dei missionari, io sono un sindaco pescatore, nel mio paese non ci saranno più pescatori, la pesca non s’impara all’università, teniamo un filo di speranza per tenere in vita questa nostra tradizione…”).

 

“sulle nostre spiagge nasce questo giglio di mare, molto bello, molto pregiato, noi l’avevamo individuato e chiedemmo allo Stato una concessione per 1500 metri dove noi abbiamo realizzato una riserva naturale, la cosa bella è che noi paghiamo allo Stato un canone, non di poche lire, per mantenere questa riserva naturale”.

Noi siamo quelli che non vogliono la speculazione edilizia e la cementificazione.

Noi siamo quelli che vogliono difendere la natura, il paesaggio, il territorio, le tradizioni dagli attacchi del consumismo che appiattisce e livella le diversità, le varietà delle culture, delle società, degli animi, delle menti, delle inclinazioni, dei paesaggi, delle speranze.


Dario Fo e Machiavelli: consigli al Principe

4 dicembre 2010

Intolleranze alimentari e costumi occidentali

23 agosto 2010

Negli ultimi tempi si sente parlare sempre più spesso di intolleranze alimentari e di allergie agli alimenti. Ogni anno la percentuale di persone che scoprono di essere interessate dal problema è in forte aumento; allora, viene naturale chiedersi se la questione non abbia qualche relazione con l’inquinamento e con le abitudini alimentari.

E’ un caso se la microflora dei bambini africani funziona meglio di quella dei bimbi italiani?

Alcuni studiosi ritengono che un’alimentazione rurale, che si basi sulle abitudini precedenti all’epoca dell’industrializzazione, sia più sana e prevenga numerose malattie. Si tratta di una dieta più antica di quella tradizionale italiana fatta di pasta e farine raffinate in genere, perché reintroduce il consumo di fibre e di alimenti integrali.

Altri teorici estremizzano le soluzioni, promuovendo la paleodieta, cioè la dieta degli uomini primitivi, priva di latticini, ricca di frutta e verdura, carne e pesce.

Ma tralasciando i suddetti espedienti più o meno eversivi, c’è da ossevare che anche la dieta mediterranea è stata accantonata. Elogiata alcuni decenni fa, tipica del Cilento e dell’area mediterranea, era basata su ortaggi, frutta,verdura, cereali, olio d’oliva, pesce: una cucina semplice, incentrata sui prodotti del territorio, e povera. Sebbene in molte famiglie resista ancora la pratica di cucinare piatti semplici della tradizione, i costumi degli italiani sono cambiati e le pessime abitudini degli U.S.A. si sono diffuse largamente, allontanando le persone dai fornelli e da cibi più salutari.

Molto della nostra salute dipende da ciò che ingeriamo; trascurando il problema delle sostanze tossiche che arrivano nello stomaco in quantità troppo significative per parlarne così poco, occorre fare molta attenzione a cosa mangiamo e chiederci se occorra modificare le nostre abitudini. E’ possibile che l’incremento dell’intolleranza al glutine sia causata da un eccessivo consumo di certe farine? Allora aumentiamo la varietà dei cereali ricorrendo ogni tanto a grano saraceno, mais, riso, patate. Allo  stesso modo, cerchiamo di ricordarci più spesso di verdura e frutta ( che può ben sostituire una merenda confezionata!) e di variare  i tipi di carne (da ridurre il più possibile) ed i tipi di pesce, col vantaggio di evitare di ingerire sempre lo stesso alimento, potenzialmente ricco di… sostanze tossiche.

Alla base delle errate abitudini alimentari acquisite dagli ex bravi italiani c’è sempre il consumismo da sbornia americana degli acquisti , con tanto tempo per shopping, videogiochi, code nel traffico, week-end nei centri commerciali e poco tempo per pentole, letture, riflessioni di fronte ad una spiaggia vuota o escurisoni in uno dei tanti (?) paradisi terrestri incontaminati.


Mi piacerebbe che l’Italia potesse…

19 luglio 2010

“…investire nella Bellezza dell’ambiente, dei talenti e dei territori; rilanciare l’Economia attraverso una pressione fiscale più equa, la redistribuzione delle risorse e puntando su qualità e innovazione; sottrarre la Conoscenza alla privatizzazione e alla parcellizzazione dei saperi attraverso il rilancio della scuola e dell’università come elementi fondanti di una cultura diffusa; ristabilire la connessione tra i Diritti e le persone; custodire il patrimonio dei Beni Comuni.”  Nichi Vendola

http://www.nichivendola.it/


Gomorra: smaltimento criminale di Rifiuti Speciali mediante roghi altamente tossici.

3 luglio 2010

FATE GIRARE!!!

2 Luglio 2010 poco fa, ore 19 circa …

Siamo a Scampia, dove non bastava la droga e il degrado, ci volevano anche i traffici di rifiuti speciali e roghi tossici a contaminare l’aria e la vita di chi non può in alcun modo sottrarsi. A Scampia se vuoi “salvarti” puoi anche scegliere di non delinquere, ma per continuare a vivere come si può scegliere di non respirare??
Da troppo tempo, molti ignorano o sottovalutano cosa sta accadendo sul nostro territorio. In questo posto, area a nord di Napoli, dei criminali e assassini bruciano rifiuti speciali H24. Da tempo immemore, oltre alle Istituzioni e alla Magistratura anche Carabinieri, Polizia e VV.F. sono stati informati e conoscono i fatti, ma più e più volte si sono dichiarati impotenti. I VV.F. talvolta si rifiutano di entrare nei campi e ci sono denunce che lo provano.

Ecco cosa succede:
Spesso i VV.F. dicono che non possono intervenire in un posto dove si brucia sempre, altrimenti non potrebbero effettuare anche gli altri interventi. Le
Forze dell’Ordine, CC e PS dicono che in questi casi non possono intervenire in modo radicale per questioni di sicurezza e ordine pubblico e attendono ordini superiori. Il Comune di Napoli, rispetto alla questione Rom da anni non fa il suo dovere, scaricando le responsabilità sulla Prefettura. Il Prefetto le scarica sul Sindaco e Comune. La Procura interviene, ma i provvedimenti non vengono rispettati dalle amministrazioni. Gli ambientalisti ufficiali ne sottovalutano la gravità, difatti, sono maggiormente impegnati a lottare contro discariche e Inceneritori. Media e giornali ne parlano poco e solo nei casi di particolare gravità. I Medici non parlano e altri ci invitano a scappare. Gli avvocati sono rassegnati. I cittadini indipendenti e i comitati di quartiere hanno fatto denunce su denunce, esposti e petizioni ciononostante nulla cambia. Insomma è un macello!
Il risultato della vicenda è che sono almeno 20 anni che nella Terra dei Fuochi vengono bruciati e smaltiti rifiuti speciali altamente tossici, pericolosi e nocivi. Tutto ciò per alimentare il mercato illegale dello smaltimento “fai da te”, con gravissime conseguenza per la salute pubblica. Le prove sono tutte sul sito, incendi 365 giorni all’anno.
http://www.laterradeifuochi.it/
Nella migliore delle ipotesi vengono bruciati e smaltiti copertoni e balle di indumenti usati, invece, nel peggiore dei casi abbiamo rifiuti elettronici, scarti di computer, schede madri parti interne, elettrodomestici di ogni tipo, alimentatori, televisori a tubo catodico, cavi di rame di ogni tipo e provenienza, batterie di autovetture, etc. Oltre a video e foto anche i verbali di intervento dei VV.F. testimoniano che tra le fiamme spesso è stato ritrovato il pericoloso Eternit. Un materiale carico d’amianto, causa certa del mesotelioma pleurico, micidiale tipo di tumore al polmone, il quale può colpire chi lo inala anche a 40 anni dall’esposizione alle fibre!
L’elenco è lungo, sono materiali che se buttati tra le fiamme provocano un inquinamento senza pari. Peggio di quello prodotto da una grande industria o persino da un Inceneritore. Ma di questo nessuno sembra rendersene conto. Tant’è vero, sono decine i cittadini residenti nell’area perimetrale che va da Ponte Riccio, Zona ASI, Mercato Ortofrutticolo e Casacelle che stanno riscontrando patologie gravissime quali
tumori ai polmoni, all’esofago, laringe, sarcomi dei tessuti molli, disfunzioni alla tiroide, al pancreas etc. Oltre ai residenti, in quell’area, nel complesso di aziende del polo ASI ci lavorano anche 1800 persone circa.

Rendiamoci conto, è una situazione assurda. Se non fosse documentata sarebbe impossibile anche solo immaginarla. I cittadini sono realmente consapevoli della gravità di quanto accade a loro danno? Giugliano, Qualiano, Villaricca, Mugnano, Melito, Scampia, Arzano, Casandrino etc. centinaia di migliaia di persone esposte direttamente e indirettamente a rischi sanitari enormi. Ci si rende conto che l’elevata incidenza di tumori non è un fatto casuale, ma imputabile soprattutto alle sostanze tossiche che da anni vengono smaltite e bruciate in questa terra ormai senza dignità? Tutto ciò, come se non bastasse, in aggiunta a discariche illegali e a quelle non a norma gestite dallo Stato? Roghi tossici ogni santo giorno!

Centinaia le segnalazioni, gli esposti e le querele. Informata pure una Commissione Bicamerale d’Inchiesta per gli illeciti sul ciclo di smaltimento dei rifiuti. Lettere e appelli al Capo dello Stato, Presidenza del Consiglio dei Ministri, Protezione Civile, Ministero dell’Interno, Ministero dell’Ambiente e della Sanità, Prefetture, Questure, Procure, Giornali, Tv e Media di ogni tipo, sono stati informati TUTTI.

– Perché nessuno dà la giusta enfasi a questo dramma?
– Come mai le Istituzioni fanno finta di nulla?
– Migliaia i verbali trasmessi dai VV.F. alle Procure, ai Comuni e alle Asl che fine fanno?
– Chi è che ha interesse a nascondere, insabbiare o sminuire tutto ciò?
– I cittadini sono realmente consapevoli dei rischi che stanno correndo?
– Chi è che pagherà le conseguenze di tutto ciò?
– Perché la Magistratura sono anni che non interviene?

Attenzione, la questione denominata terra dei fuochi è un fenomeno ampio e complicato. Interessa diversi settori e attori del tessuto economico della nostra regione. Non accade esclusivamente nei pressi dei Campi Rom, ma un dato di fatto è che la stragrande maggioranza dei roghi avviene in modo SISTEMATICO e QUOTIDIANO proprio nei pressi dei maggiori Campi Rom della Campania.

– Come mai nessuno ne parla?
– Cosa fanno nel merito tutte le associazioni che lavorano nei campi?
– Perché non si riesce a debellare uno schifo tale, programmato nei minimi dettagli?
– Possibile che nessuno sollevi una simile questione?
– Forse, la diossina e i veleni prodotti in questi luoghi fanno meno male di quelli prodotti altrove?
– Perché dire che a Scampia si spaccia la droga è un fatto normale, mentre, è razzismo sostenere che in diversi Campi Rom di Napoli si trafficano illecitamente rifiuti speciali e materiali?

A TUTTI i responsabili, DIRETTI e INDIRETTI, non ci resta che dire VERGOGNA.
Arriverà anche il vostro momento e capirete che la vera immondizia di questa regione siete voi.
http://www.laterradeifuochi.it

Per “La Terra dei Fuochi
Angelo Ferrillo


Bravi, bravi, bravi!

13 giugno 2010

L’efficienza, la coerenza e la razionalità del nostro Governo sono impareggiabili:

per combattere i falsi invalidi, il Governo toglie gli assegni di invalidità ai Down!

Per combattere gli sprechi nelle P.A., elimina docenti e personale ausiliario delle scuole!

Prossimo passo: per combattere la malasanità, eliminerà gli ospedali (pubblici, ovviamente!)!? O eliminerà gli ammalati?