Comuni virtuosi, il futuro è qui

5 ottobre 2012

 

Dal sito di “Salviamo il paesaggio” notizie confortanti sulle possibilità di rimediare ai gravi danni dell’inquinamento attraverso buon senso e buona volontà.

http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2012/09/litalia-virtuosa-esiste-premiati-i-comuni-ecosostenibili/


Buone notizie: chiude un inceneritore

29 febbraio 2012

http://assovaldisieve.blogspot.com/2012/02/reggio-emilia-chiude-linceneritore.html

 

Chiude l’inceneritore di Reggio Emilia, finalmente politiche ambientali che vanno a favore del cittadino e del territorio e non degli affari imprenditoriali!


Serge Latouche a “Servizio pubblico”

20 gennaio 2012

 

L’euro, i partiti di sinistra che non vogliono cambiare il sistema, l’ossimoro del social-liberismo, la fine del capitalismo e l’inizio (possibile) di qualcosa di peggio: la barbarie…


NAPOLI-RIFIUTI ZERO

7 ottobre 2011
 www.noinceneritorealbano.it
«Stop inceneritori e discariche» La nuova Napoli a rifiuti zero
Da ieri il comune partenopeo aderisce al network di città che, al di qua e al di là dell’Atlantico, perseguono l’abolizione degli scarti
Con la delibera di giunta siglata ieri, Napoli aderisce ufficialmente al network di città, al di qua e al di là dell’Atlantico, che applicano il protocollo «Rifiuti Zero». Sarà la città di maggiori dimensioni in Europa a strutturarsi intorno ai principi di riduzione alla fonte degli imballaggi, riciclo, riuso e compostaggio, trattamento meccanico manuale della frazione residua. Niente inceneritori quindi, ribadisce il sindaco Luigi de Magistris, né nuove discariche o ampliamento dell’invaso di Chiaiano. A ratificare l’impegno Paul Connett, professore emerito di chimica della statunitense St. Lawrence University, tra i maggiori teorici della strategia «Rifiuti Zero», già applicata in centri urbani come San Francisco, Oakland, Camberra o in regioni come la Nuova Scozia in Canada o in Galles, ma anche in Italia a Capannori, nel lucchese, e a La Spezia. Sarà lui a presiedere l’Osservatorio che avrà il compito di monitorare il percorso. All’interno della struttura rappresentanti dell’amministrazione, dell’azienda comunale Asia, addetta alla raccolta, e dei comitati di cittadini, i primi a credere e chiedere un piano alternativo per oltre sette anni, contro la politica istituzionale di destra e di sinistra e la grande stampa nazionale.
«La prima volta che ho conosciuto Connett – racconta il vicesindaco Tommaso Sodano – era il 2004, eravamo ad Acerra e la polizia caricava la popolazione che manifestava contro l’inceneritore in costruzione. Adesso è un onore averlo a Palazzo San Giacomo, sede del comune partenopeo. Già immagino l’ironia sui giornali perché con la delibera ci impegniamo ad abbattere la produzione di immondizia senza fosse e forni entro il 2020, quando il problema a Napoli non è ancora risolto. Ma noi stiamo lavorando a progettare un futuro sostenibile». In concreto, la delibera prevede: attrezzature negli esercizi commerciali per ridurre il volume degli imballaggi; prodotti alla spina nei punti vendita della grande distribuzione; l’introduzione del vuoto a rendere; incentivi all’uso di stoviglie biodegradabili, pannolini lavabili, imballaggi lavabili o biodegradabili; sistema tariffario basato sulla reale quantità di rifiuti prodotti; la realizzazione di un centro comunale per la riparazione e il riuso di beni durevoli e imballaggi. In settimana dovrebbe arrivare anche l’annuncio ufficiale della partenza della navi con i rifiuti verso l’Olanda, passo necessario per alleggerire gli impianti da riconvertire. Su tutto pesa la messa in mora da parte dell’Europa, per cui sarà necessario «lavorare con regione, provincia e governo per evitare che venga avviata la procedura d’infrazione e il blocco dei fondi», ha ribadito de Magistris. È stato lo stesso Connett ieri a spiegare che a Napoli si può applicare il modello utilizzato a San Francisco, una città con conformazione e popolazione simile. Quando si è cominciato, nel 2000, la raccolta differenziata era al 50%, quest’anno è al 77%. Come a Vedelago, in provincia di Treviso, si possono immaginare piattaforme dove separare l’immondizia (plastica, ferro, alluminio, carta, vetro…) da rivendere sul mercato di materie prime secondarie. Quello che avanza diventa un granulato plastico impiegato ad esempio in edilizia. L’umido negli Usa viene trattato in impianti di compostaggio vicini ai terreni agricoli, dove viene usato come fertilizzante. In tutta italia stanno sorgendo catene che vendono solo prodotti alla spina per la casa, per il corpo e alimenti. «Quello che non si può riusare, riciclare o compostare – conclude Connett – non dovrebbe essere prodotto. Le imprese hanno una grande responsabilità». Un modello che chiedono anche i comitati del vesuviano, invece delle continue minacce di ampliare o aprire nuove discariche nel Parco nazionale.

 


SERGE LATOUCHE a Cagliari, Settembre 2011

23 settembre 2011

Soluzioni alla crisi: austerità? No, rilocalizzare. Intervista a Serge Latouche

http://www.greenews.info/idee/soluzioni-alla-crisi-austerita-no-rilocalizzare-intervista-a-serge-latouche-20110922/

settembre 22, 2011 Idee

Serge Latouche, arriva con passo lento e la moglie accanto. Arriva sul palco del Festival Marina Café Noir di Cagliari accompagnato da applausi come fosse una rockstar. Eppure di musicale la sua teoria sulla “decrescita”, non ha niente. Otto R, ma niente musica. Otto cambiamenti interdipendenti: rivalutare, riconcettualizzare, ristrutturare, ridistribuire, rilocalizzare, ridurre, riutilizzare, riciclare. Otto punti fermi che lo hanno fatto diventare una stella del pensiero contemporaneo. Arriva con il suo bastone e il cappello in testa. Ringrazia e plaude l’organizzazione del festival sempre attenta alla sostenibilità con i generatori di energia pulita che alimentano i service e l’utilizzo di stoviglie biodegradabili e compostabili. Non solo di Pil e di deficit vive un economista. Latouche parla di amore della verità, senso della giustizia, responsabilità, rispetto della democrazia, elogio della differenza e dovere di solidarietà. Racconta come sia necessario ridistribuire le ricchezze e l’accesso al patrimonio naturale, sia fra il Nord e il Sud del mondo sia all’interno di ciascuna società. Ridurre gli impatti sulla biosfera dei nostri modi di produrre e di consumare, riutilizzare e riciclare i rifiuti del consumo. Racconta un’altra società, utopica?

D) Prof. Latouche, in che mondo viviamo?

R) Quello che osservo è uno stato di schizofrenia permanente: un giorno siamo in ripresa, il giorno dopo veniamo declassati. Facciamo parte di uno Stato che potremmo chiamare tranquillamente l’”Assurdistan”. L’unica consolazione è che la crisi di questo sistema ci ha portato all’ora della verità. Finalmente.

D) Lei, nel suo ultimo lavoro, “Breve trattato sulla decrescita serena”,  cerca di uscire al di fuori dell’utopia. Come?

R) Prima di tutto chiariamoci su un concetto: la crisi riguarda tutti e non solo la Grecia,  l’Italia, la Spagna. Siamo vittime dei “crediti ninja”, il 70% degli americani sono proprietari di debiti, tutto questo ha portato a una crisi anche morale e di civiltà, siamo all’incrocio della strada. Bisogna riconcettualizzare e ristrutturare gli apparati produttivi e i rapporti sociali. Rilocalizzare, cioè produrre in massima parte a livello locale i prodotti necessari a soddisfare i bisogni della popolazione, in imprese locali finanziate dal risparmio collettivo raccolto localmente. Se le idee devono ignorare le frontiere, al contrario i movimenti di merci e capitali devono essere limitati all’indispensabile. Invece quello che ci chiedono è “austerità”. Io sono contro l’austerità, il rigore e la ripresa della crescita. L’austerità fa in modo che non si garantisca l’assistenza sanitaria per tutti, destruttura l’istruzione e fa in modo, visto che siamo qui, che un festival, e cioè la cultura, si finanzi sempre meno. Si risparmia a spese dell’ambiente tanto da dover pensare anche ai tanti immigrati del clima che in futuro aumenteranno. Le sembra una bella soluzione? La verità è che non c’è niente di peggio che in una società fondata sulla crescita non ci sia crescita! La crescita è finita negli anni Settanta. Se si abbandona questa idolatria della crescita, sopravviveremo.

D) Quindi?

R) La crisi si deve affrontare superando due tabù: l’inflazione e il protezionismo. Ma soprattutto bisognerebbe uscire dall’euro. Dobbiamo riappropriarci della moneta, che può essere un buon servitore, ma che in alcuni casi può diventare un pessimo padrone. A marzo del 2011 il 93% dei cittadini islandesi ha detto no al pagamento del debito, lIslanda si è rifiutata di pagare il debito perché pur facendo parte dell’Europa non ha la moneta unica, la Grecia non può. L’Ungheria ha deciso di far pagare il debito alla banche. Perché nessuno racconta questi esempi alternativi?

D) Il suo è anche un programma politico, quale partito occidentale oggi si avvicina di più al suo modello?

R) Non c’è un partito in particolare, ci sono dei singoli politici che si stanno affacciando a queste idee. Ma soprattutto l’importante è che ognuno faccia la sua parte, a prescindere dai partiti: dentro un gruppo di acquisto solidale, nel proprio quartiere, in un’associazione, costruendo una rete di consumo consapevole, risparmiando energia e sprecando meno. La decrescita non è ne di destra ne di sinistra, il mio programma è in primo luogo un programma di buon senso. Bisogna dare l’esempio agli altri, sapere che quando si consuma un chilo di bistecca si consumano sei litri di petrolio. Siamo tutti chiamati in causa quando scegliamo. La soluzione non è crearsi un mondo appartato, ghettizzarsi: si può lottare contro la Fiat e lavorare per la Fiat. Bisogna fare i conti con questo mondo: i morti non fanno la resistenza.

D) Dovremmo dunque aspettarci un “partito politico della decrescita”?

R) Rifiuto l’idea della creazione di un vero e proprio partito politico della decrescita, che rischierebbe di cristallizzare lo spirito del movimento.

D) Ha un libro da consigliare come fonte di ispirazione?

R) Tonino Perna, ha appena scritto un bellissimo libro che si intitola “Eventi estremi”. Il crollo di Wall Street del settembre 2008 è stato definito una “tempesta perfetta”. Perna affronta le analogie tra denaro e finanza, tra la finanza, il clima e la CO2. Gli “eventi estremi” climatici e finanziari, in crescita negli anni recenti, si caratterizzano per il medesimo meccanismo: “fluttuazioni giganti” provocate da una fortissima accelerazione dei processi.

D) Come si può ancora essere felici?

R) Solo la frugalità ci può dare l’abbondanza. Lo sanno bene i pubblicitari che i popoli felici non hanno bisogno di consumare.

D) Come si prepara la transizione a una società frugale?

R) Ci sono molti esempi. I casi di San Cristobal e Marcos e della guerra dell’acqua di Cochabamba, sono spinte dal basso, spinte che hanno cambiato gli equilibri ma non hanno rivoltato gli Stati. Sono movimenti che non chiedevano potere, ma futuro per il popolo.

Francesca Fradelloni


Salviamo il paesaggio

26 luglio 2011

www.salviamoilpaesaggio.it

Un capriccio? Una moda? No, è egoismo puro: io voglio difendere il mio futuro, il futuro dei miei figli, il futuro del genere umano.

C’è chi non si fa scrupoli nel sottrarre altre fette di territorio alla natura, pensando al solo interesse economico immediato, in stile palazzinaro romano… Il riferimento non è puramente casuale, perché nell’hinterland romano i palazzi crescono più velocemente dei funghi, (fra un po’ forse i funghi non avranno più dove crescere). Se ci fermiamo a riflettere, ci chiediamo fino a che punto si potrà ancora costruire e perché si continua a farlo se solo nella città di Roma ci sono 245.000 case inutilizzate.

Fino a che punto l’uomo potrà essere a suo agio quando affacciandosi alla finestra vedrà solo cemento e cemento? Può darsi che una delle tante fonti di stress e di insoddisfazione sia inconsciamente l’allontanamento dalla natura, dal verde, dal paesaggio.

Provate a immaginare come ci si sente in uno spazio non toccato dall’intervento dell’uomo, tutto verde, fiorito, con cime di monti frastagliati o affacciato sul mare. Il vostro animo vi dice :”voglio scappare”? O forse vi dice “voglio scappare da dove vivo di solito”?

Salviamo il paesaggio! aderiamo tutti!


CleaNap: i cittadini puliscono Napoli

25 luglio 2011

Energie positive si stanno diffondendo: i cittadini napoletani stanchi della monnezza, tanti giovani, gli Angeli della monnezza, si rimboccano le mani e ripuliscono le piazze e le strade, piantano fiori, insieme con i bambini, cui insegnano la raccolta differenziata autogestita, in attesa che che il Primo cittadino, Luigi De Magistris, riesca a realizzare quello che a Napoli sembra essere un sogno: RIFIUTI ZERO! Il vicesindaco sta studiando l’applicabilità del sistema di riciclo di Vedelago. Chi la dura, la vince.

Qui le foto:

http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/07/24/foto/tutti_a_raccogliere_rifiuti-19565100/1/?ref=HREC2-8


12 e 13 Giugno: tutti a votare Sì contro il nucleare…

7 giugno 2011

Vota Sì per fermare il nucleare
Vota Sì per l’acqua pubblica, altrimenti finisce nelle mani dei privati, ovunque, e le bollette salgono alle stelle
Vota Sì per abrogare la legge sul legittimo impedimento, che privilegia le alte cariche dello Stato di fronte alle legge e contraddice il principio di uguaglianza di tutti i cittadini

Votando 4 Sì, i cittadini fanno sentire la loro voce per contrastare gli abusi e le discriminazioni.


14 domande sul nucleare

9 Maggio 2011

RACCOLTA DELLE 14 RISPOSTE (completa)

Il lavoro è finalizzato a sottolineare l’importanza di partecipare al referendum del 12-13 giugno 2011 per

“vota Sì per fermare il nucleare”

e per escludere qualsiasi forma di sviluppo o ritorno della “teoria nucleare”

(questo vale per l’Italia e ovunque sulla Terra)

(a cura del Comitato Regionale Lazio per fermare il nucleare)

(ricercatrice Cristina Rinaldi-professore associato diImmunologia ed Immunopatologia dell’Università La Sapienza di Roma)

fermiamoilnucleare.lazio@gmail.com

www.fermiamoilnucleare.it

N. 1 Il Nucleare potrà risolvere i problemi del fabbisogno energetico mondiale?

R: Dal momento che l’Uranio è una fonte limitata ed esauribile, come le fonti fossili (carbone,petrolio,gas),rivolgersi a nucleare per pensare di risolvere il fabbisogno energetico vuol dire solo rimandare il problema e non risolverlo, addossandoci una gran mole di nuovi rischi e ulteriori problemi. Esistono stime che vedono le risorse di Uranio ufficienti solo  per i prossimi 50-70anni(1) e stime più recenti, come Il rapporto“Uranium 2009:Resources,Productionand Demand” dell’OECD Nuclear Energy Agency(NEA) e dell’International Atomic Energy Agency (IAEA),dove si stima che con le tecnologie e i consumi attuali le risorse saranno sufficienti per 100 anni(2).

n. 2 Il Nucleare favorisce l’indipendenza energetica dell’Italia?
R: il ritorno al nucleare non ci permetterebbe di fare neppure un passo verso l’indipendenza energetica.
Infatti, se è vero che l’Italia deve importare quasi tutto il petrolio ,il metano e il carbone che consuma, è anche vero che dovrebbe importare tutto l’uranio necessario a far funzionare le centrali.
E questo ci renderebbe schiavi del mercato dell’Uranio.
Passeremmo così dalla padella alla brace!!

3. Il Nucleare risolve il problema della dipendenza energetica dal petrolio?
R: NO, perché  il Nucleare contribuisce alla produzione soltanto di Energia Elettrica che rappresenta nel mondo solo il 17% dei consumito tali di Energia e il Nucleare fornisce solo il 13,5% dell’energia elettrica, secondo dati forniti dal Key World Energy StatisticI.E.A2010(3).
Per il resto si continua comunque a usare in gran parte petrolio o altri combustibili fossili. Ne è un chiaro esempio la Francia che, pur essendo il maggiore parco nucleare del mondo con ben 58 reattori nucleari, utilizza comunque petrolio che fornisce il 47% dell’energia totale, tale dipendenza dal petrolio è rimasta inalterata negli ultimi 50anni.(4)

4. Il Nucleare serve a contrastare il riscaldamento globale ?

R:dato che il nucleare oggi è marginale come fonte primaria, contribuendo solo alla copertura del 2,3%(13,5×17:100) dei consumi totali di energia,e lo sarà ancora nei prossimi decenni (a meno di  costruire più di 2000 centrali nell’arcodei prossimi 10anni!!), non potrà certo risolvere i problemi urgenti sul cambiamento climatico dato che non potrà ridurre il consumo di combustibili fossili (3,datiIEA2010).

5. Il Nucleare usa una tecnologia moderna?R: La maggior parte dei reattori in funzione usa tecnologie obsolete che risalgono agli anni 60 e i miglioramenti ottenuti negli ultimi progetti sono solo  marginali :sono miglioramenti ingegneristici che non apportano innovazioni radicali alla fisica del reattore e non risolvono difatto i problemi ancora aperti  (sicurezza,complessità dell’approviggionamento, localizzazione degli impianti, commistione con la proliferazione nucleare per scopi militari,smaltimento delle scorie…)(5pag150)

6. Il Nucleare è pulito? R: Le centrali atomiche,tenendo conto di tutto il loro ciclo di vita e delle esigenze di operatività (dall’estrazione, lavorazione, arricchimento e trasporto dell’Uranio,dalla costruzione allo smantellamento della centrale stessa) producono sempre e comunque gas climalteranti (CO2) confrontabili con quelle che accompagnano il ciclo del gas naturale. Senza contare lo stoccaggio finale delle scorie, per il quale mancano esempi(6).

Durante le varie fasi del ciclo di produzione del combustibile (estrazione,lavorazione e arricchimento dell’Uranio) vengono emessi nella biosfera frazioni di elementi radioattivi. Anche una centrale in condizioni d’uso normali rilascia microdosi di radiazioni che si accumulano nell’ambiente.In particolare il Tritio è rilasciato dalle centrali sia accidentalmente che in condizioni normali di funzionamento. Non esistono tecnologie economicamente convenienti per filtrare il trizio dalle centrali e così il“U.S.Nuclear Regulatory Commission”non richiede tali filtrazioni.(7,8)

Anche in Francia si rivelano diversi casi di contaminazione daTritio(9).Inoltre contaminazione da elementi radioattivi si ritrova anche nei luoghi dove si estrae l’Uranio(10,11).

7. Il Nucleare quanto ci costa? è vero che è economico?

R:Il ciclo di vita delle centrali atomiche ha costi diretti e indiretti molto elevati,e perciò destinati a essere scaricati sulla collettività. Negli ultimi anni, il prezzo dell’uranio è cresciuto di sei volte, passando da 20$ per libbra del 2000 ai 120$ del 2007 e si prevede salirà ancora seguendo le regole di mercato.Gran parte del costo dell’elettricità da nucleare è legato alla progettazione e realizzazione delle centrali.Aggiungendo anche i costi di smaltimento delle scorie e di smantellamento degli impianti,le cifre diventano più alte delle altre fonti energetiche.Il Kwh da nucleare risulta apparentemente poco costoso qualora lo stato si facesse carico di sicurezza, ricerca e inconvenienti di gestione e soprattutto delle scorie e smantellamento delle centrali.Sono proprio questi costi e il ridimesionamento dei bilanci dei governi in crisi finanziaria, ad aver scoraggiato gli investimenti privati negli ultimi decenni. Nel caso dell’Italia il nucleare non consentirebbe di ridurre la bolletta energetica. Infatti, per un totale di 10-15mila Mw di potenza installata sugli otto impianti previsti,occorrerebbe costruire da zero tutta la filiera:la stima degli investimenti ad oggi oscilla tra 40 e i 60 miliardi di euro (scorie escluse) con i primi ritorni economici solodopo 15 o 20 anni e questo causerà sicuramente bollette più elevate per gli utenti.(12)

8. Il nucleare è sicuro?:

R: I reattori nucleari hanno registrato una lunga serie di incidenti,ma data la criticità e la pericolosità degli impianti, i gestori hanno cercato di minimizzare la gravità e di evitare pubblicità negative ed allarmismi.

Oltre ai più noti di Three Mile Island del 28 marzo 1979 e di Chernobyl del 26 aprile 1986 sono stati riscontrati diversi incidenti,di varia intensità,avvenuti nel tempo a carico di reattori atomici e nonsolo(20),tra cui alcuni incidenti sono molto recenti(21,22) fino all’ultimo tragicodell’11marzo 2011 di Fukushima in Giappone (23).Premesso che una sicurezza assoluta nell’esercizio di un reattore nucleare è un’utopia,avvicinarsi o assicurare livelli di sicurezza sempre maggiori è fattibile solo incrementando in maniera esponenziale i costi di costruzione e di esercizio:quindi aumentando di molto il costo al kWh prodotto dalle centrali atomiche,che già oggi,come detto al punto7,non è conveniente.

9. E per lo smaltimento delle scorie?

R:Mentre lo smaltimento delle scorie a basso livello di radioattività (prima categoria con decadimento in alcune decine di anni) è un problema facilmente risolvibile, lo smaltimento di scorie di media/seconda categoria (decadimento in centinaia di anni) e soprattutto di alta/terza categoria (decadimento in centinaia di migliaia di anni) è e rimane ancora un grande problema non risolto. Le scorie prodotte dalle centrali atomiche sono prevalentemente di seconda e terza categoria. Tutti i depositi geologici si stanno dimostrando assolutamente pericolosi e inadeguati, come il deposito dello Yucca Mountain, un progetto che è stato abbandonato nel marzo 2010.Il recente inquinamento proveniente dal deposito geologico di scorie nucleari della Bassa Sassonia che sta costringendo i tedeschi a probabili drastiche misure di smantellamento!!(32) Si sono provate e si stanno studiando altre localizzazioni, come ad esempio il fondo del mare e lo Spazio, ma tutte altrettanto complesse e inaccettabili (33,34,35) Per il momento i progetti di trattamento dei radionuclidi(spallazione e tecnologia laser)con loscopo di trasmutare i nuclei radioattivi sono ancora a livello di studio e necessitano ancora un tempo non facilmente prevedibile. Proponiamo alcuni video interessanti sui rifiuti nucleari in Francia: (36,37), in Russia (38), sul destino delle scorie in Francia (39)e sui depositi di scorie in Piemonte(40).

10. Ci sono rischi di proliferazione nucleare militare?R:

Esistono seri rischi in tal senso. La proliferazione nucleare a scopo militare è fortemente legata allo sviluppo di programmi nucleari civili. Infatti il processo di arricchimento dell’Uranio per uso civile e quello per usi militari utilizzano la stessa filiera di apparati:
a)come sottoprodotto dell’arricchimento di Uranio per usi civili si ottiene uranio impoverito per usi militari
b)la prosecuzione dell’arricchimento oltre lo stadio utile per uso civile porta alla produzione di plutonio per uso bellico.
Non è un mistero che l’uso civile dell’energia atomica è stato da sempre un sottoprodotto delle tecnologie nucleari militari le quali avevano ed hanno ancora oggi la necessità, di“facciata” ed economica,di giustificare le enormi risorse spese per gli apparati militari. Il maggior numero di centrali nucleari civili si trova proprio in quei paesi con il maggior numero di armamenti nucleari.
Tutto questo si dimostra molto bene nel video seguente dove si racconta il legame in Francia tra nucleare civile e militare:
(41,42 a pagina18).

11. Qual è la situazione del Nucleare nel mondo?
R:Il Nucleare è un sistema di produzione di energia ormai obsoleto e che non ha decollato. Infatti come è possibile verificare, dopo oltre 60 anni dall’entrata in funzione dei primi reattori atomici, il nucleare copre soltanto il2,3% dei consumi di energia totale mondiale! Dopo i primi 30 anni di entusiasmo, cresciuto sull’onda della propaganda“Atom for peace”,che prometteva migliaia di centrali in tutto il mondo per fornire a tutti energia elettrica“quasigratis”, c’è stato un arresto della costruzione di nuove centrali a causa degli innumerevoli problemi legati alla tecnologi aatomica.(il primo problema per chi fa le centrali è ed è stato quello dei costi elevati e ancora non prevedibili del tutto)
Se il nucleare fosse stata la vera rivoluzione energetica che dichiaravano(in realtà la motivazione di Atom for peace mascherava ben altre ragioni(vedi domanda n.10) a quest’ora non avremmo le poche centrali costruite in 60 anni (al 2010 sono solo 442 unità per un totale di 374.991GW) ma ne avremmo dovuto avere dieci volte tanto!
Dai dati sotto riportati si evince che dal 2003 al 2010 in tutto il mondo, fatta eccezione per l’Asia (Cina e India) con 40 centrali in costruzione e per la Russia con 9 centrali in costruzione, c’è un generale fermo di costruzioni di centrali nuove.In Europa a fronte di 12 centrali chiuse ci sono solo tre centrali in costruzione, in USA c’è una sola centrale in costruzione,iniziata nel 2007 e una vecchia chiusa e ripristinata, inAmerica dels ud,una sola iniziata quest’anno,e in Canada nessuna centrale nuova solo due vecchie e ripristinate(43).
Da un’analisi comparativa dei dati riportati nei KeyWorldEnergy StatisticI.E.A.del 2007 e del 2010 risulta che il contributo del nucleare all’energia totale globale è addirittura lievemente diminuto passando dal2,9% del 2005 al2,3% del 2008, mentre il contributo delle energie rinnovabili rimane costante al19%(44,45)
Nelle previsioni fatte dal DOEnel2011, si vede che negli U.S.è prevista una diminuzione del nucleare dal20% nel2009 al 17% nel2035.(46).

12 .Ma è proprio vero che i francesi sono molto soddisfatti del loro primato nucleare?
Vi proponiamo alcuni video che dimostrano le problematiche e i risch i del nucleare in Francia,e il dissenso che esiste in questo paese verso il nucleare:
7 Video trasmessi da France3 nel 2009(47,48,49,50,51,52,53), un’indagine di Report sull’incidente di Tricastin in Francia:(54) e un’altra indagine sugli incidenti in Francia:(55).

13. Perché paghiamo le nostre bollette dell’elettricità più care rispetto agli altri paesi europei?
Il fatto che il costo delle nostre bollette dell’elettricità sia maggiore di quello delle altre nazionie uropee che hanno il nucleare (circa il20%in più) non è certo dovuto né al fatto che noi non abbiamo l’energia atomica né al fatto che importiamo energia. Infatti il costo dell’energia elettrica fornita dal nucleare è maggiore del costo dell’energia fornita da altre fonti (in media 6-7 cent.a kWh contro i 5-6 del gas e dell’oliocombustibile-vedi risposta domanda 7)e l’energia che importiamo dall’estero (nel 2008 abbiamo importato 40Twh)(45) la paghiamo molto poco(0,15centalkWh).
In quanto è importata durante le ore notturne come surplus delle centrali atomiche straniere che di notte non possono essere fermate per seguire l’andamento dei consumi interni e pertanto ci costa molto meno importarla che produrla.I costi elevati delle nostre bollette sono invece dovute a tutt’altre cause (sono extracosti tutti tipicamente italiani che nonc’entrano nulla con la fornitura elettrica, come le componenti legate al ricarico dei produttori,ai costi di distribuzione, alle tasse e altro).

14. E ALLORA CHE FARE PER RISOLVERE IL PROBLEMA DELLE EMERGENZE CLIMATICHE ED ENERGETICHE MONDIALI?
A tale quesito non ci possiamo aspettare oggi la risposta dalla fissione nucleare, che soddisfa solo il 2,3% dei consumi finali, ma bisogna rivolgersi alle Fonti Rinnovabili, all’Efficienza Energeticae al Risparmio dei Consumi, in linea con quanto prospettato dall’Unione Europea, promuovendo tecnologie che realizzino un’effettivo risparmio energetico (sui cicli produttivi, sulle abitazioni, sui trasporti, ecc..)
L’EU raggiungerà e supererà il 20% della sua energia rinnovabile entro il 2020 (56). Secondo una recente previsione europea, è possibile arrivare al 80% di energia elettrica da fonti rinnovabili entro il 2050, diminuendo anche il nucleare (Roadmap2050 ). (57, 58)
Anche in un recente convegno tenuto a Roma il 16 febbraio 2011 e promosso dal Kyoto Club, sono state analizzate le potenzialità, le criticità e gli strumenti per riuscire a coprire anche in Italia il 100% della domanda di energia elettrica entro la metà del secolo con le fonti rinnovabili (59)
Tra gli importanti progetti ricordo che è già partito il Piano Solare Mediterraneoper la fornitura di energia elettrica e che prevede il progetto Desertecche conta di costruire un mega impianto rinnovabile: eolico, fotovoltaico e solare termodinamico a concentrazione nel Sahara e il complementare progetto Transgreenche è l’elettrodotto in costruzione tra Nord Africa ed Europa (60)

REFERENZE
1.Il Nucleare risolve i problemi del fabbisogno energetico mondiale?
(1) http://www.energiafelice.it/2011/01/uranio-ancora-per-quanto/
(2) http://www.iaea.org/newscenter/pressreleases/2010/prn201009.html
3. Il Nucleare risolve il problema della dipendenza energetica dal petrolio?
(3) http://www.iea.org/textbase/nppdf/free/2010/key_stats_2010.pdf
(4) http://www.sortirdunucleaire.org/sinformer/brochures/parici/ParIci-1.pdfpag 27
5. Il Nucleare usa una tecnologia moderna?
(5) http://www.nextville.it/comunicare-energia/10pag 150
6. Il Nucleare è pulito?
(6) http://www.eia.doe.gov/energyexplained/index.cfm?page=nuclear_environment,
(7) http://www.nirs.org/radiation/tritium/tritiumhome.htm
(8) http://www.nrc.gov/reactors/operating/ops-experience/grndwtr-contam-tritium.html
(9)http://www.asn.fr/index.php/S-informer/Actualites/2011/Operations-de-depollution-contamination-au-tritium-Saint-Maur-des-Fosses
(10) http://nuclear-news.info/2010/03/08/niegers-uranium-wealth-goes-to-areva-and-other-foreign-companies/
(11) http://uranium-news.com/2010/11/11/arevas-poor-environmental-record-in-niger-uranium-mines/
7. Il Nucleare quanto ci costa? è vero che è economico?
(12) http://www.tazioborges.it/Articoli/Import%20_Export_di_EE.pdf
(13) http://qualenergia.it/articoli/20110223,
(14) http://qualenergia.it/sites/default/files/articolo-doc/15-17_QE_n1-2011_ronchi.pdf,
(15) http://www.nei.org/resourcesandstats/nuclear_statistics/costs/
(16) http://keystone.org/files/file/about/publications/FinalReport_NuclearFactFinding6_2007.pdf
(17) http://inenergia.info/sites/inenergia.info/files/DOC_030197_12.10.43.pdf
(18)http://www.blogeko.it/2011/nucleare-bocciato-lo-schema-di-delibera-cipe-le-regioni-di-centrodestra-mollano-il-governo/
(19):http://www.casaeclima.com/index.php?option=com_content&view=article&id=6346:nucleare-su-delibera-cipe-8-regioni-contrarie-e-4-favorevoli&catid=1:latest-news&Itemid=50

8. Il nucleare è sicuro?:
(20) http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_civilian_nuclear_accidents
(21)http://www.asn.fr/index.php/S-informer/Actualites/2011/Incident-de-niveau-2-sur-les-groupes-electrogenes-de-la-centrale-du-Tricastin
(22) http://www.qualenergia.it/articoli/20110215-la-francia-scopre-34-reattori-rischio
(23) http://www.iaea.org/newscenter/news/tsunamiupdate01.html
Sicurezza sanitaria:
(24) Kaatsch P, Spix C, Schulze-Rath R, Schmiedel S, Blettner M: Leukemias in young children living in the vicinity of German nuclear power plants. Int J Cancer 2008, 122:721-726.
(25) http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC1469929/pdf/envhper00331-0119.pdf
(26) (http://www.youtube.com/watch?v=iwXRfdTtGyc)
(27) http://www.radiation.org/reading/ejsternglasspubs.html
Sicurezza a proposito dell’EPR:
(28)http://www.greenpeace.org/raw/content/france/presse/dossiers-documents/rapport-consequences-accident-nucleaire-FR.pdf
(29) http://www.asn.fr/index.php/S-informer/Actualites/2009/Systeme-de-controle-commande-du-reacteur-EPR
(30)http://www.sortirdunucleaire.org/index.php?menu=actualites&sousmenu=dossiers&soussousmenu=EPR2009&page=index
(31) http://www.qualenergia.it/view.php?id=1124&contenuto=Documento
9. E per lo smaltimento delle scorie?
(32) http://www.youtube.com/watch?v=yw-UEFbNbRw&feature=player_embedded#at=28
(33) http://www.history.rochester.edu/class/EZRA/index.htm
(34) http://en.wikipedia.org/wiki/High_level_waste
(35) http://en.wikipedia.org/wiki/High-level_radioactive_waste_management
(36) http://www.youtube.com/watch?v=JOWkz0tYWAU&playnext=1&list=PL7053A5A17C1187F7
(37) http://www.youtube.com/watch?v=M3XkHWhBOuY&playnext=1&list=PL7053A5A17C1187F7
(38) http://www.youtube.com/watch?v=-WCeN7skjOM&playnext=1&list=PL7053A5A17C1187F7
(39) http://www.youtube.com/watch?v=zq7TwUdrdH4&feature=related
(40) http://www.youtube.com/watch?v=AqC0WHqCUnI&feature=related

10. Ci sono rischi di proliferazione nucleare?(41) http://www.youtube.com/watch?v=oGljrgGHrjU(42) http://www.sortirdunucleaire.org/sinformer/brochures/parici/ParIci-1.pdf, pagina 1811. Qual è la situazione del Nucleare nel mondo?(43) http://www.iaea.org/programmes/a2/(44) http://www.iea.org/textbase/nppdf/free/2007/key_stats_2007.pdf, (45) http://www.iea.org/textbase/nppdf/free/2010/key_stats_2010.pdf
(46)http://www.eia.gov/forecasts/aeo/pdf/0383er(2011).pdf12 .Ma è proprio vero che i francesi sono molto soddisfatti del loro primato nucleare?(47) http://www.youtube.com/watch?v=RiJESPdLXpA(48) http://www.youtube.com/watch?v=iQIsEitsfgY&feature=related(49) http://www.youtube.com/watch?v=k-uNPEofkl0(50) http://www.youtube.com/watch?v=q98HpDtL8YA&feature=related(51) http://www.youtube.com/watch?v=bmjjbgi-7ls&feature=related(52) http://www.youtube.com/watch?v=ZMDJTYGZN4w&feature=related(53) http://www.youtube.com/watch?v=M3XkHWhBOuY&playnext=1&list=PL7053A5A17C1187F7(54) http://www.youtube.com/watch?v=vEnxeJyPOe8&feature=related
(55)http://www.youtube.com/watch?v=aaBiUXSt2UI&NR=113. E ALLORA CHE FARE PER RISOLVERE IL PROBLEMA DELLE EMERGENZE CLIMATICHE ED ENERGETICHE MONDIALI?(56)http://www.eea.europa.eu/highlights/renewable-energy-production-must-grow?&utm_campaign=renewable-energy-production-must-grow&utm_medium=email&utm_source=EEASubscriptions(57)http://www.roadmap2050.eu/(58)http://gogreen.virgilio.it/news/ambiente-energia/roadmap-2050-sfatati-i-preconcetti-sulle-rinnovabili.html?fb_ref=shrbox_recommend&fb_source=profile_oneline(59)http://www.kyotoclub.org/documentazione/comunicati/2011-feb-16/transizione_verde_verso_100_di_energia_rinnovabile_2050/docId=1985(60) http://gogreen.virgilio.it/news/ambiente-energia/desertec-parte-sfida-rinnovabile.html#




L’uomo, un folle kamikaze

18 marzo 2011

Terremoto, tsunami, catastrofe radioattiva…

Il cataclisma giapponese di questi giorni fa emergere una riflessione molto triste ed angosciante sull’agire dell’uomo:  le azioni appaiono guidate non dalla razionalità, dalla logica, dall’efficienza, se vogliamo azzardare una prima analisi da un punto di vista scientifico- economico. Tali azioni illogiche sarebbero persino accettabili se comportassero una ricaduta benefica generale e globale sulle popolazioni; invece, viste da una prospettiva più umanistica, si presentano come frutto di decisioni che non hanno come orizzonte di riferimento e come denominatore comune la sicurezza, la salute, il bene degli uomini, piuttosto mettono addirittura in pericolo la prospettiva stessa di futuro del genere umano.

“Il Giappone si trova lungo la cintura di fuoco del Pacifico, una zona lunga 40mila chilometri e dove si concentra l’80 % dei terremoti, nel punto in cui si intersecano quattro placche tettoniche: la placca eurasiatica, quella nordamericana, quella pacifica e quella delle Filippine”. (http://www.meteoscienze.it/)

Come può un Paese situato in una zona così disgraziata permettersi di ricorrere a centrali nucleari? Fermo restando che le centrali comportano rischi ovunque, come dimostrano le perdite radioattive nelle centrali francesi (http://www.ecoblog.it/), può proprio il Giappone, uno dei Paesi meglio organizzati, disciplinati, avanzati della Terra, dipendere da una folle fonte di energia, ancor più se si considera che proprio il Giappone è stato vittima nella seconda guerra mondiale del bombardamento atomico di Hiroshima e Nagasaki, con conseguenze tragiche per gli abitanti del posto? E’ follia pura.

E folle sarebbe, fermandoci all’approccio economico-scientifico, non ricorrere a fonti energetiche gratuite, rinnovabili ed inesauribili come il sole ed il vento, specie in Paesi come l’Italia, che,  tra le poche potenze al mondo a non essere caduta nella trappola del nucleare, ha mostrato di averne nostalgia.

Possiamo produrre energia a basso costo, senza conseguenze per i cittadini, senza lasciare tristi eredità ai nostri figli e nipoti (le scorie, così come le centrali stesse, anche se spente, restano radioattive per migliaia di anni) e invece vogliamo soluzioni costosissime, di lunga progettazione ed implementazione, di breve rendimento (dopo poco dovrebbero essere smantellate perché non più adeguate e perché l’uranio è scarso), di alta pericolosità…

In Giappone sono nati i kamikaze…

I nostri politici sono dei kamikaze, purtroppo, però,  non incidono solo sulla loro esistenza…