Dal sito di “Salviamo il paesaggio” notizie confortanti sulle possibilità di rimediare ai gravi danni dell’inquinamento attraverso buon senso e buona volontà.
Dal sito di “Salviamo il paesaggio” notizie confortanti sulle possibilità di rimediare ai gravi danni dell’inquinamento attraverso buon senso e buona volontà.
http://assovaldisieve.blogspot.com/2012/02/reggio-emilia-chiude-linceneritore.html
Chiude l’inceneritore di Reggio Emilia, finalmente politiche ambientali che vanno a favore del cittadino e del territorio e non degli affari imprenditoriali!
Energie positive si stanno diffondendo: i cittadini napoletani stanchi della monnezza, tanti giovani, gli Angeli della monnezza, si rimboccano le mani e ripuliscono le piazze e le strade, piantano fiori, insieme con i bambini, cui insegnano la raccolta differenziata autogestita, in attesa che che il Primo cittadino, Luigi De Magistris, riesca a realizzare quello che a Napoli sembra essere un sogno: RIFIUTI ZERO! Il vicesindaco sta studiando l’applicabilità del sistema di riciclo di Vedelago. Chi la dura, la vince.
Qui le foto:
uomo dell’anno per Rainews24 e non solo
“Noi siamo quelli che nelle scuole vietiamo l’ingresso dei precotti, noi siamo quelli che nelle scuole promuoviamo l’educazione alimentare, noi siamo quelli che mettiamo a disposizione dei contadini le piazze in forma gratuita, per la vendita dei propri prodotti, noi siamo quelli che abbiamo inventato il mercato del contadino, la filiera corta, noi siamo quelli che non facciamo pagare le tasse ai contadini in momenti di crisi…”
noi siamo quelli che vogliono divulgare la dieta mediterranea
noi siamo quelli che vogliono mettere al bando le merendine
noi siamo quelli che vogliono collegare la qualità del cibo alla comunità dei saperi (“un sindaco deve pensare alla salute dei cittadini…noi siamo come dei missionari, io sono un sindaco pescatore, nel mio paese non ci saranno più pescatori, la pesca non s’impara all’università, teniamo un filo di speranza per tenere in vita questa nostra tradizione…”).
“sulle nostre spiagge nasce questo giglio di mare, molto bello, molto pregiato, noi l’avevamo individuato e chiedemmo allo Stato una concessione per 1500 metri dove noi abbiamo realizzato una riserva naturale, la cosa bella è che noi paghiamo allo Stato un canone, non di poche lire, per mantenere questa riserva naturale”.
Noi siamo quelli che non vogliono la speculazione edilizia e la cementificazione.
Noi siamo quelli che vogliono difendere la natura, il paesaggio, il territorio, le tradizioni dagli attacchi del consumismo che appiattisce e livella le diversità, le varietà delle culture, delle società, degli animi, delle menti, delle inclinazioni, dei paesaggi, delle speranze.
Da noinceneritorelbano ROMA – Un’autorizzazione arrivata dalla giunta Marrazzo fuori tempo massimo. E con carenti istruttorie sulla qualità dell’aria e sull’uso dell’acqua. L’ inceneritore di Albano è stato bocciato anche dal Tar del Lazio, dopo che la Asl dei Castelli romani aveva espresso pesanti perplessità riguardo il progetto che metterebbe a rischio le falde. Il Tribunale amministrativo ha accolto il ricorso presentato dal coordinamento « No inc» e da 8 sindaci, quelli di Castel Gandolfo, Lanuvio, Ariccia, Ardea, Albano, Genzano, Rocca di Papa e Pomezia. Il Tar ha cancellato, in sostanza, i due permessi firmati dalla giunta Marrazzo che concedevano il «semaforo verde» alla realizzazione dell’impianto destinato alla produzione di energia elettrica bruciando il cdr – rifiuti raccolti tramite la differenziata – proveniente dai cassonetti di Roma e Fiumicino.
AUTORIZZAZIONE «INCOMPRENSIBILE» – Pesantissimi, i rilievi dei giudici. In sintesi: la Regione ha «autorizzato l’avvio dei lavori di cantierizzazione in una data, nell’ottobre 2008, – si legge nella sentenza – in cui però erano ormai scaduti i poteri straordinari in materia ambientale attribuiti al Presidente della Regione». Insomma non si poteva firmare la fondamentale valutazione di impatto ambientale , arrivata tortuosamente in extremis una seconda volta, per superare le perplessità di un primo documento analogo che aveva invece bocciato il progetto. Addirittura, i giudici scrivono di «non comprendere su quali basi normative il Presidente della Regione Lazio abbia ritenuto di rilasciare siffatta, atipica, autorizzazione provvisoria».
Basterebbero 37 THOR ed una spesa di 74 milioni di euro per dire addio alla produzione di immondizia dell’intera regione.Con 100 “macinatori” THOR in un solo anno potrebbero sparire 7 milioni di tonnellate di ecoballe accumulate negli anni alimentando inoltre numerosissimi riscaldamenti centralizzati, poiché è in grado di ricavare cinque volte l’energia per chilo rispetto ad un inceneritore con spese di costruzione 33 volte inferiori ed un impatto ambientale zero.Siti di stoccaggio, discariche ed inceneritori verrebbero definitivamente mandati in soffitta.
Da:
Il Comitato Noinceneritore di Albano ci inoltra un video relativo alla puntata di BLOB della scorsa domenica (31/10/10) sull’ INCENERITORE DI ALBANO e LA DISCARICA DI RONCIGLIANO.