La decrescita non ammazza l’economia, è il contrario. La crescita, invece, ammazza le persone

5 agosto 2013

Ricevo dagli amici di Fare Verde Pomezia_Torvaianica

Quando sentiamo parlare di ambiente dal consigliere Luigi Celori, restiamo sempre sconcertati dalla disinformazione che è in grado di divulgare. Uno dei motivi potrebbe essere  dovuto al fatto che  tutte le volte che ci è capitato di sentirlo parlare  pubblicamente,non  ha dato mai possibilità di replicare perché dopo aver espresso le sue idee,  è sempre  andato via e non non ha mai ascoltato le risposte che potevano servirgli a far crescere la propria cultura della tutela ambientale. Convinto nuclearista, convinto cassonettista dei rifiuti, convinto asfaltatore insomma, uno di quelli che con le proprie idee  hanno creato gli attuali problemi di vivibilità nelle nostre città.

Ci riferiamo all’intervista pubblicata sul Corriere delle Città, dell’Agosto 2013,dove parla di decrescita, di raccolta differenziata e di mobilità su asfalto con delle soluzioni totalmente fuori  tempo visto che sono proprio queste idee la causa degli enormi problemi che abbiamo oggi nell’economia, nella mobilità e nei rifiuti.

Analizziamo i punti ambientali su cui ha fatto disinformazione e per cui  potremmo dargli qualche delucidazione, se disposto ad ascoltare.

 Partendo dalla decrescita, è ovvio che se non si è mai partecipato a tavoli di lavoro tecnici sull’argomento non si può comprendere che “decrescita felice” non vuol dire, come lui afferma  ”uccidere l’economia bloccando iniziative  per il rilancio del turismo o investimenti nella zona industriale”  ma riattivare tutto un mondo lavorativo locale che occorre a migliorare la qualità della vita, i servizi al cittadino, le infrastrutture, la mobilità sostenibile, l’ambiente e quindi la salute attuando soprattutto  la prevenzione primaria  prima di quella preventiva *

*prevenzione primaria  combatte  le cause note che creano  danni ambientali per evitare che la gente si ammali, mentre la prevenzione preventiva è l’individuazione della malattia ai primi stadi di sviluppo e non si preoccupa del problema ambientale che ha generato la malattia.

La Decrescita felice non vuol dire morire di fame e tornare alle caverne come forse crede il consigliere Celori. Decrescita felice, vuol dire NON inseguire obiettivi di crescita infiniti   e consumistici perché l’infinito non esiste in un pianeta che ha dei confini ben precisi. Per tale motivo ogni cosa deve essere fatta con la logica della sostenibilità del consumo di risorsa e finalizzando ogni opera al miglioramento della qualità della vita.

Come si fa in pratica ?  Si incentiva  l’economia locale artigiana, industriale, commerciale, agricola e turistica che deve essere preferita all’economia globalizzata per ridare vita alla  economia della città valorizzando così le risorse locali e non sprecando risorse energetiche ed economiche per far viaggiare a tutti i costi  merci e persone. Decrescita vuol dire solidarietà e convivialità per dare la possibilità a tutti di trovare  il tempo da dedicare alla propria famiglia o alle proprie aspirazioni. Per tutto ciò occorre riattivare investimenti che  rimettano in moto piccole e medie imprese utili per ristrutturare la nostra città portando benefici di qualità e di ritorno economico . Nelle ristrutturazioni edilizie e  opere pubbliche devono essere  privilegiate imprese che puntano alla qualità per evitare: sprechi di energia,utilizzi di materiali non eco-compatibili, allagamenti alle prime piogge, crolli improvvisi  in edifici , pericoli  dovuti al  radon ,  pannelli di amianto, erosione costiera ecc.. Decrescita vuol dire anche eliminazione dell’inquinamento delle falde acquifere, riutilizzo delle aree industriali dismesse per attività collaterali alla raccolta della risorsa differenziata o per la produzione di energia da fonti rinnovabili, concessione di spazi d’impresa giovanile ecc.

 Tutto questo si realizza in anni di lavoro e con l’utilizzo di tecnologie per arrivare a prevedere i problemi e non trovarsi in emergenze che purtroppo,  per alcuni,  sono ancora  fonte di guadagno e di crescita del PIL.  Pomezia potrebbe “decrescere felicemente” facendo lavorare localmente molte persone per  rimettere in mostra i suoi tesori nascosti : dune, pigneto, sughereto, archeologia e relativi  percorsi naturistici e archeologici, insomma un abbandono delle ruspe spiana tutto che tanto sono amate da alcuni operatori balneari e costruttori e  che appartengono alla logica della “crescita economica all’inseguimento del PIL”.  Si potrebbe così mostrare ai turisti una Pomezia originale e ricca di risorse naturali che sono molto più apprezzate dai turisti rispetto allo standard offerto adesso.

Per quanto concerne invece la raccolta differenziata, il consigliere Celori o è un fautore dell’incenerimento e della discarica  o ci deve spiegare come possa una città qualsiasi, anche del nord, raggiungere l’obbligo di legge del 65% di raccolta differenziata con contenitori stradali !

 Roma e l’emergenza rifiuti che continua da anni a nostro discapito, insegna come con il metodo Celori dei cassonetti stradali, non si riesca a superare il 25 % di raccolta e solo con il porta a porta comuni, anche turistici e balneari come Pomezia, possono arrivare a superare agevolmente il 70%     ( il precedente assessore all’ambiente Toce speriamo gli abbia spiegato il contenuto della relazione sul porta a porta riportata dal Comune di Salerno, eccellenza per la differenziata nel sud,  nel viaggio ricognitivo effettuato  per conto del Comune di Pomezia). La raccolta differenziata  porta a porta svolta attualmente  a Torvajanica è “casareccia” in quanto la precedente amministrazione non ha effettuato alcun tipo di informazione ai cittadini come prescritto invece dalle linee guida regolarmente consegnate loro dalla provincia di Roma. Fu perfino rifiutata una proposta di progetto di informazione alla cittadinanza in più lingue, che sarebbe stato realizzato dalla scuola Don Milani con la nostra collaborazione.

Ultima bacchettata ambientale al consigliere Celori sull’autostrada Pontina.

Capiamo che il consigliere Celori debba custodire  il posto da Presidente delle “Autostrade Lazio spa” che speriamo vivamente lui svolga a titolo gratuito per il bene economico del Paese, ma a parte i disastri ambientali che procurerebbe una tale opera, in nessuna capitale europea si sognerebbero di costruire una autostrada a pagamento con ulteriore consumo  di suolo senza aver prima mai realizzato un normalissimo sistema di collegamento su binario chiamato “treno”. In una capitale collassata per il traffico come Roma, non  si può entrare in auto ma occorre entrarci su rotaia velocizzando i tempi di percorrenza,risparmiando nei costi dell’infrastruttura, minimizzando l’impatto sul consumo di suolo e abbattendo la tanto famosa CO2 che sembrerebbe causare ultimamente qualche problema al nostro pianeta… mai sentito dire ?

Come associazione di protezione ambientale riconosciuta del Ministero dell’Ambiente e per cui operiamo da oltre 25 anni in Italia, siamo sempre stati a disposizione per portare le nostre conoscenze acquisite sui vari tavoli tematici che si svolgono sull’ambiente, ma i nostri precedenti amministratori pometini ci hanno quasi sempre evitato.

L’anno scorso l’Ass. Fare Verde è stata fra le 4 associazioni ambientaliste nazionali invitate dall’ ex Ministro Clini a valutare la proposta tecnica del comitato organizzatore degli Stati Generali della Green Economy, che si è svolta presso Ecomondo a Rimini il 7 e 8 Novembre 2012.

Il Comitato organizzatore degli Stati Generali era rappresentativo di tutti i settori di sviluppo strategico della green economy italiana ed era formato da esponenti di 39 organizzazioni di impresa.
L’iniziativa andrà ad inserirsi nel processo che l’Unione europea intende avviare per dare attuazione agli impegni presi nella Conferenza di Rio +20. Dieci  gruppi di lavoro ( Ecoinnovazione, Materiali e Riciclo, Efficienza Energetica, Energie Rinnovabili, Servizi Ecosistemici, Mobilità sostenibile, Filiere Agricole, Finanza e Credito, Regioni ed Enti Locali, Acque) hanno contribuito a definire il “programma di sviluppo della green economy per far uscire l’Italia dalla crisi”, in 70 punti, presentato e discusso a Rimini.

Di questi 70 punti le idee di Celori,non sono riportate, forse perché datate e non risolutive ?

Finiamo con un punto d’incontro. Siamo d’accordo sullo stop alla cementificazione e sulla riqualificazione delle dune e del Sughereto oltre che alla qualificazione delle aree archeologiche ma speriamo che nell’esecutività dei progetti le nostre idee di riqualificazione equivalgano a quelle del consigliere Celori !

 

 

                                                                                                                             Ass. Fare Verde

                                                                                                                             Gruppo Pomezia-Torvajanica

 

 

 

 

 

 

 


Il Consiglio di Stato autorizza l’inceneritore di Albano!

25 marzo 2012

Apprendiamo con sgomento la sentenza del consiglio di stato che di fatto autorizza la costruzione dell’inceneritore di Albano. Come al solito la volontà popolare viene ignorata , la dignità degli abitanti dei Castelli Romani, che vivono questi territori e che da sei anni portano avanti questa vertenza, viene calpestata in nome di una presunta utilità sociale di questo spaventoso ecomostro. Viene da chiedersi, con l’amaro in bocca, utile a chi? al signor Cerroni, “il re della monnezza” che di discariche e inceneritori ha costruito il suo business (Malagrotta docet), e senza dubbio è utile ai vari politicanti di turno, da Alemanno, alla Polverini e al suo predecessore Marrazzo, che continuano a proporre una gestione dei rifiuti vecchia e obsoleta fatta di discariche e inceneritori in un territorio, come quello dei castelli, già DEVASTATO da una speculazione edilizia che non conosce limiti, dalla presenza di numerose industrie e dalla tristemente nota discarica di amianto.

La storia dei movimenti territoriali in Italia sembra seguire sempre lo stesso copione: la lotta contro l’opera parte, I comitati presentano ricorso al TAR, lo vincono, dopodichè vengono scavalcati al Consiglio di Stato per intercessione del politicante di turno. L’abbiamo visto accadere in Val di Susa, sotto le pressioni del governo centrale del PDL e della regione del PD, l’abbiamo visto accadere ad Aprilia per l’insistenza dell’allora ministro alle attività produttive Bersani, a Vicenza in cui il deus ex machina fu Prodi ed infine a Napoli per l’inceneritore di Acerra, per il quale si spesero nientepopòdimeno che Berlusconi e Napolitano. Ora sembra arrivato il nostro turno, con le minacciose dichiarazioni del ministro Corrado Clini che sembrano voler schiacciare la lotta che portiamo avanti da sei anni.

Dell’incompetenza e del malaffare di pochi dovranno pagare donne, uomini, bambini, animali le cui grida di rabbia e di indignazione si vorrebero mettere a tacere.
NOI NON GLIELO PERMETTEREMO! Non ci faremo schiacciare, la vertenza non muore certo qui ma anzi continuerà con ancora più forza! solo uniti tutti e tutte potremo impedire la devastazione dei nostri territori! non ci faremo scavalcare, l’unico grado di giudizio che conta è quello popolare e si giudica sul terreno della lotta!!
Sul nostro sito web continueremo ad aggiornavi sule prossime iniziative ed assemblee pubbliche per decidere insieme come continuare la mobilitazione. Di seguito potete leggere la notizia così come viene riportata dal giornale “La Repubblica”.

NO ALL’INCENERITORE Nè AD ALBANO Nè ALTROVE!

www.noinceneritorealbano.it


Chi chiude e chi riapre…

5 marzo 2012

Dopo un annuncio di chiusura, un annuncio di riapertura dell’inceneritore di… Terni. Sosteniamo i cittadini che si battono contro l’inceneritore di Terni!

http://noinceneritoriterni.blogspot.com/


Arsenico nell’acqua: e i politici dicono “bevete”!

9 dicembre 2010
Quando i nostri politici devono risolvere il problema dei veleni trovati nelle acque che riforniscono le case dei cittadini, cosa fanno? Invece di individuare la causa e prevenirla, dicono :  se otteniamo una deroga ai limiti massimi di legge (10 microg/lt per l’arsenico), l’acqua si può bere. Dunque, l’acqua è tossica perché ha più di 10 microgrammi di veleno, ma se per legge si stabilisce che ne può avere anche 50, non è più tossica e si può bere!

L’arsenico che normalmente si trova in natura aumenta a causa dell’intervento dell’uomo, soprattutto in seguito alle combustioni, come quelle di centrali elettriche, inceneritori… e a causa di sfruttamenti esagerati delle falde acquifere, come avviene nelle zone dei Castelli romani, dove si vuole costruire un altro inceneritore!

www.noinceneritorealbano.it

La puntata di Blob (Rai Tre) di Mercoledi 8 Dicembre 2010 rende conto del problema.

L’ACEA  FORNISCE AI CASTELLI ACQUA

TROPPO SPESSO NON POTABILE

SABATO 11 DICEMBRE 2010  alle ore 17,00

PRESSO LA SALA DELLA CIRCOSCRIZIONE DI CECCHINA VIA ROCCA DI PAPA

ASSEMBLEA PUBBLICA

E’ ormai divenuto di pubblico dominio quanto andiamo dicendo da anni e qualcuno tra noi da più di 10 anni.

Il sovrasfruttamento delle falde idriche del nostro territorio dovuto alla sciagurata gestione del medesimo da parte delle amministrazioni, degli operatori economici e di chi ha continuato a costruire indiscriminatamente, ha determinato la presenza di elementi indesiderati e patogeni nelle acque delle nostre case. Da anni la presenza di fluoro, arsenico, manganese e altro, va oltre i limiti previsti dalla legge del 2001.

Sei anni di deroghe concessi dal governo nazionale non sono bastati, e non sono bastati neanche ad          ACEA che ormai governa le acque dei nostri territori da 5 anni e riscuote bollette relative ad un servizio che non ha la qualità minima per rispettare il contratto di servizio.

Nel mese di ottobre tra l’8 e l’11 abbiamo fatto undici prelievi a Cecchina, Montagnano, Cancelliera, Pavona, Lanuvio, Genzano. Ebbene 6 campioni su 11 davano valori eccedenti i limiti di 10 microg/lt per l’arsenico e di 1,5 millig/lt per il fluoro.

Il 28 ottobre la commissione europea ha risposto alle richieste della regione Lazio concedendo l’ennesima deroga per il fluoro portando il limite a 2,5 millig/lt  fino al 2012, ma ha respinto la richiesta di portare il limite per l’arsenico a 50 microg/lt.

Risultato: per tutto il 2010 l’ACEA CI HA FORNITO ACQUA FORMALMENTE NON POTABILE e in più ci ha preso per i fondelli allegando alla bolletta una letterina dove vantava deroghe inesistenti. Il giochino è consistito nel consegnare nel 2010 una comunicazione comunque scema , ma datata luglio 2009.

Ciò senza considerare il merito delle cose e cioè che, deroga o no, l’assunzione di acqua con un contenuto di fluoro superiore a 1,5 millig/lt può far insorgere fluorosi o altre patologie, mentre l’assunzione di arsenico per periodi lunghi anche per quantità largamente inferiori ai 10 microg determina un aumento significativo del rischio di contrarre per esempio il cancro alla vescica. Tutto questo è coerente con le risultanze delle indagini epidemiologiche che danno nella nostra zona un incidenza dei cancri all’apparato urogenitale largamente superiore alla media regionale. In questa situazione ACEA, socio al 33% di COEMA, pretende, con l’avv Cerroni, di costruire l’inceneritore dei rifiuti a Roncigliano nel cuore del disastro idrico dei castelli conoscendo la cascata di acqua necessaria permanentemente a questo pentolone.

NON POSSIAMO PERMETTERE QUESTE COSE.

ACEA DEVE RITIRARE TUTTA LA FATTURAZIONE RELATIVA AI CONSUMI DEL 2010, MA VA RIVISTA PURE QUELLA DEGLI ANNI PRECEDENTI.

I COMUNI CAMBINO RADICALMENTE LA POLITICA URBANISTICA DEI TERRITORI, NE’ UN METRO CUBO DI CEMENTO, NE’ UN METRO QUADRO DI ASFALTO.

SABATO 11 DICEMBRE 2010  alle ore 17,00

PRESSO LA SALA DELLA CIRCOSCRIZIONE DI CECCHINA VIA ROCCA DI PAPA

ASSEMBLEA PUBBLICA

Coordinamento contro l’inceneritore di Albano


MAREMMA AMARA

26 ottobre 2010

Il saccheggio della costa tosco-laziale

MENTRE la Comunità Europea promuove il patrimonio culturale

e paesaggistico configurato come azione coordinata di valorizzazione

non solo delle singole emergenze puntuali ma del sistema territoriale

locale, OGGI, il Governo e le Regioni Lazio e Toscana puntano,

invece, su progetti di sviluppo come

_ I porti di Massa, di Talamone, di Civitavecchia

_ L’Autostrada Tirrenica e il Corridoio Pontino che muteranno l’equilibrio

paesaggistico che attrae da tutto il mondo il turismo e compromette

le attività di centinaia di aziende agricole

_ Opere che possono compromettere la salute dei cittadini come

1. la centrale a Carbone di Civitavecchia;

2. le centrali nucleari di Montalto di Castro e di Borgo Sabotino;

3. l’inceneritore di Allumiere;

4. il Cementificio di Tarquinia

_ La cementificazione del tratto sud tra Roma e Gaeta che distrugge chilometri

di costa nazionale

_ I porti di Fiumicino, turistico e commerciale, e sempre a Fiumicino, il

raddoppio dell’aeroporto.

_ I parchi fotovoltaici di Acquapendente, di Torre in Pietra, Ciampino

_ Il parco Eolico di Piansano.

Secondo Italia Nostri centri storici – potrà reggere a questo impatto infrastrutturale.

Per questo motivo l’Associazione ha inserito nella Campagna

“Paesaggi Sensibili 2010: paesaggio di costa”

il tema del “saccheggio” della costa tirrenica nel tratto tosco-laziale, che sarà

discusso nel CONVEGNO del

30 ottobre 2010

presso il cinema di Borgo Carige Comune di Capalbiopolitiche dei trasporti per rilanciare il confronto e trovare proposte alternative

al possibile “massacro paesaggistico” che si sta profilando nel

prossimo futuro.

P R O G R A M M A

9,30 Saluti del Sindaco di Capalbio Luigi Bellumori

_ Introduce la mattinata e modera il Vice Presidente Nazionale Italia Nostra

Nazionale Nicola Caracciolo

_ È possibile un’economia per il territorio realmente sostenibile? – Dott. Aldo

Perugi, Presidente Cassa di Risparmio della Provincia di Viterbo

1A SESSIONE – L’autostrada Tirrenica da Grosseto a Gaeta: false prospettive

_ Quale tutela nella Regione Toscana – Antonio delle Mura, Regionale Toscana

_ Il rapporto costi-benefici dell’opera – Prof.ssa Maria Rosa Vittadini, Università

IUAV di Venezia

_ Ricorso al TAR del CODACONS contro il progetto dell’autostrada – Avv. Cristina

Tabano, del CODACONS

PAUSA CAFFÈ

_ Quanto costa in termini economici agli agricoltori l’autostrada Tirrenica – Luigi

Ambrosini, imprenditore agricolo

_ Presentazione della proposta di delibera di iniziativa popolare per ottenere la

“cura del ferro” nella Regione Lazio – Gualtiero Alunni, portavoce Comitato NO

corridoio tirrenico

_ Intervento di un rappresentante dell’Associazione Colli e Laguna di Orbetello,

per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ambientale, paesaggistico e culturale

identificativo del proprio territorio.

DIBATTITO

2A SESSIONE – I porti un’opportunità o la distruzione del paesaggio costiero

_ I porti di Massa e lago di Massaciuccoli: opportunità o distruzione del paesaggio

di costa – Mario Venutelli, Regionale Toscana

_ L’erosione delle coste prodotta dai porti turistici e dalle scogliere frangiflutti –

Riccardo Caniparoli, geologo (Libero docente V.I.A.)

_ I porti turistici: il caso di Talamone – Arch. Andrea Filpa, WWF Toscana, esperto

_ Il porto “cinese” di Civitavecchia: Legalità ai limiti della decenza – Roberta

Galletta, Presidente sezione Civitavecchia Italia Nostra

DIBATTITO

PAUSA PRANZO

14,30 Introduce i temi del pomeriggio Ebe Giacometti, consigliere nazionale Italia Nostra

_ Coordina il dibattito Andrea Purgatori

3A SESSIONE – Nucleare, Carbone, Fotovoltaico: quali rinnovabili?

_ Problemi di “Tutela” nella Regione Lazio – Arch. Prof. Cesare Crova, Presidente

Regione Lazio Italia Nostra

_ Lo stato dell’arte sulle centrali nucleari in Italia? – Prof. Gianni Mattioli

(proiezione filmato di Loreto Gigli sull’allagamento del 1987 della centrale nucleare

di Montalto)

_ Bilancio ambientale e valutazione dei rischi di una centrale nucleare a Montalto

Riccardo Caniparoli, geologo (Libero docente V.I.A.)

_ Considerazioni geologiche per capire i pericoli di una centrale nucleare a Montalto

Prof. Riccardo Caniparoli

_ Energie alternative: la necessità di definire una strategia nazionale – Margherita

Signorini, Cons. Naz. Italia Nostra

_ Un disastro per la salute e l’agricoltura: la centrale a carbone di Civitavecchia

Marzia Marzoli, Movimento no coke Alto Lazio Ernesto Cesarini, Comitato cittadini

liberi

_ Come e perché abbiamo bloccato il progetto eolico di Piansano – Dott. De

Rocchi, Sezione di Viterbo

_ Fotovoltaico Si? Fotovoltaico No – Avv. Emanuele Montini

_ La vittoria della petizione di iniziativa popolare per l’estensione del parco della

Maremma. Nuove prospettive per il parco – Dott. Michele Scola, Presidente Sezione

di Grosseto Italia Nostra

_ Intervento in cartella sulle osservazioni trasportistiche alla V.I.A. del tratto Civitavecchia

– Pescia Romana dell’autostrada tirrenica. Perché non pensare ad

una politica dei trasporti e mobilità realmente strategica per il Lazio e la Toscana?

Prof. Ing. Antonio Tamburrino, Università Lumsa Roma

DIBATTITO

Conclusioni Nicola Caracciolo


CONTRO TUTTI GLI INCENERITORI

7 aprile 2010

Il 17 aprile si svolgerà, a PARMA,

la 1°manifestazione nazionale/internazionale
CONTRO TUTTI GLI INCENERITORI
promossa dal Coordinamento GCR

Per la salute, l’aria pulita, l’acqua pubblica, la difesa del territorio e il bene comune, per la STRATEGIA RIFIUTI ZERO!!

Nella valle più inquinata d’Europa, la pianura Padana, a Parma, capitale della Food Valley,
vogliono costruire un inceneritore che brucierà 130.000 ton. di rifiuti all’anno!

Noi vogliamo decontaminare la Food Valley, con la riduzione, il riuso, il riciclo e l’estrusione finale dei rifiuti, cioè trattamento senza emissioni in atmosfera.

I rifiuti sono un difetto di progettazione, in natura non esistono, sono la cartina tornasole di un sistema economico e sociale difettoso. La lotta per una gestione corretta dei rifiuti, o meglio delle risorse, è una lotta per dare un futuro alle nuove generazioni.

E’ importante la presenza di tutti coloro che si battono per la tutela dei territori, per le persone, l’ambiente, la giustizia sociale. I nostri figli ci accuseranno, se restituiremo loro un territorio avvelenato.

Invitate tutti i vostri contatti a questo evento divertente ed incisivo, per l’alternativa all’incenerimento dei rifiuti, per la corretta gestione delle risorse.

Si prevede la partecipazione di:
Prof. PAUL CONNETT (Consulente ONU per la gestione dei rifiuti)• il quale dice “Parma è l’ultimo posto al mondo dove costruire un inceneritore“.

JOAN MARC SIMON – GAIA (Global Alliance for Incinerator Alternatives) • http://www.no-burn.org/

ROSSANO ERCOLINI (Ambientefuturo) • Fondatore del movimento Rifiuti Zero in Italia http://ambientefuturo.org/

ENZO FAVOINO • agronomo, docente della scuola Agraria di Monza ed esperto del Ministero dell’Ambiente

PROGRAMMA

> Venerdì 16 aprile • ore 21,00 • CAMERA DI COMMERCIO • Via Verdi  (mappa)

L’ALTERNATIVA AGLI INCENERITORI

Serata informativa per la cittadinanza, con la partecipazione di PAUL CONNETT,
ROSSANO ERCOLINI, ENZO FAVOINO ed altri ospiti.

> Sabato 17 aprile • Parco Ex Eridania • ingresso da V.Toscana incr. V.Lazio     (vedi mappa)

MANIFESTAZIONE

ore 14,00 • ANIMAZIONE, musica, artisti di strada, creatività, preparativi per la partenza del corteo.

ore 14,30 • BICICLETTATA PARMA-UGOZZOLO, il luogo in cui vorrebbero costruire l’inceneritore, e ritorno.

ore 16,00 • CORTEO – destinazione Piazza della Pace

PER FERMARE L’INCENERITORE DOBBIAMO PARTECIPARE TUTTI. L’ALTERNATIVA C’E’

“Essendo il GCR un gruppo dichiaratamente apartitico e la manifestazione una manifestazione DI TUTTI I CITTADINI chiediamo espressamente ai partecipanti di evitare qualsiasi bandiera partitica, lasciando spazio a quelle delle libere associazioni di cittadini.”

Per aderire all’appello e alla manifestazione scrivi a:

gestionecorrettarifiuti@gmail.com

info@gestionecorrettarifiuti.it

Per ulteriori informazioni e per vedere il volantino della manifestazione il link è:

http://www.gestionecorrettarifiuti.it/

Ringraziamo vivamente tutti coloro che ci hanno aiutato con una offerta per sostenere le spese della manifestazione del 17 aprile. Per chi non lo ha ancora fatto e volesse sostenere la nostra causa chiediamo di farci una donazione (non importa di quanto), effettuando un bonifico utilizzando le seguenti coordinate bancarie:

Unicredit Banca – Parma Montanara
via Montanara 5 – 43100 Parma
Conto Corrente  Int” Libera Cittadinanza – Rete Nazionale girotondi e Movimenti”
IBAN: IT53M0200812708000100039138

Causale: contributo per l’alternativa all’inceneritore

· oppure tramite la pagina del nostro sito in cui è attivo Pay Pall al link: http://www.gestionecorrettarifiuti.it/no-inceneritore/2_sostienici.html

Ti chiediamo inoltre di iscriverti all’evento che abbiamo creato appositamente per la manifestazione del 17 aprile su Facebook e di invitare TUTTI i tuoi contatti!
Aiutaci a spargere la voce, facciamo rete noi cittadini!
http://www.facebook.com/event.php?eid=374113117632&ref=mf


Maria Ricciardi per Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti

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No all’inceneritore di Parma!

16 marzo 2010

Il tempo stringe,
mancano 800 giorni all’avvio dell’inceneritore di rifiuti da 130.000 tonnellate che sorgerà a Parma nel quartiere S.P.I.P.
Siamo ancora in tempo, non è troppo tardi per fermarlo ma dobbiamo intensificare le azioni, chi decide deve sapere che i cittadini sono informati e non sono d’accordo con questa decisione.

Esistono delle alternative praticabili e già praticate, i cittadini di Parma lo sanno e le esigono.
Per fare ciò, però, il Coordinamento Gestione Corretta Rifiuti, attivo dal 2006 e composto da semplici cittadini, ha sempre fatto ricorso all’autotassazione.

Per presentare il ricorso legale sono serviti dei soldi (tanti!), per organizzare i cortei e la fiaccolata di dicembre sono serviti dei soldi, per stampare i volantini informativi sono serviti e serviranno dei soldi, per far sì che il principale quotidiano locale pubblicasse anche le nostre idee sono serviti dei soldi, per far arrivare le brochure informative a casa dei parmigiani sono serviti tanti soldi. Altri ne servono ora per organizzare la manifestazione NAZIONALE NO INCENERITORI che si terrà qui a Parma sabato 17 aprile.

La rete Nazionale No Inceneritori ci ha chiesto che la manifestazione si svolgesse a Parma perché, come ha detto il Prof. Paul Connett quando è stato nostro ospite a dicembre, “Parma è l’ultimo posto al mondo in cui si dovrebbe costruire un inceneritore”.
L’inceneritore nella “capitale europea del cibo” non andrebbe fatto.
La vertenza di Parma DIVIENE COSI’ UNA VERTENZA ITALIANA ED INTERNAZIONALE che unifica tutte le vertenze territoriali che in questo periodo si combattono anche nel resto d’Italia.

Purtroppo, però, non possiamo più sostenere tutte le spese da soli e quindi ti chiediamo aiuto.
Se puoi, se vuoi sostenere la nostra causa ti chiediamo di farci una donazione (non importa di quanto),
effettuando un bonifico utilizzando le seguenti coordinate bancarie:

Unicredit Banca – Filiale Parma Sicuri
Via Giulio e Giacinto Sicuri, 38A
43100 Parma
Conto Corrente Int” Libera Cittadinanza – Rete Nazionale girotondi e Movimenti”
IBAN: IT60K0200812722000100039138
Causale: contributo per l’alternativa all’inceneritore


Presidio alla Regione Lazio contro l’inceneritore

7 gennaio 2010

Inceneritori: se non ti informi non saprai mai che sono nocivi e che esistono

Da www.noinceneritorealbano.it/

La lotta contro l’ inceneritore è una lotta che non fa

spalla a nessun partito politico, istituzione, o simili.

E’ una lotta autorganizzata che rifiuta ogni delega,

quindi se vogliamo vincerla dobbiamo partecipare

tutti/e direttamente!!!

11 GENNAIO, Presidio al “Dipartimento Territorio”

L’ appuntamento è alle 9.30 al parcheggio dietro Villa Doria, Albano Laziale, vicino ai campetti “Seven”.
Preghiamo solo chi è già sicuro di venire di contattare il coordinamento. Stiamo infatti valutando di prendere un autobus ed andare tutti insieme, al prezzo di 5 euro AeR, quindi dovremmo sapere quante persone vengono anticipatamente per prenotare.
In ogni caso, anche se venite all’ ultimo momento, i posti si troveranno comunque con le nostre macchine che mettiamo a disposizione.
Ovviamente se qualcuno vuole venire autonomamente, senza passare per Albano, ci vediamo a via del Caravaggio 99 alle ore 11.00.
Fate sapere, grazie
cerchiamo di essere in tanti quindi fate girare la voce ;D

Questa è una lotta che rifiuta ogni delega, quindi se vogliamo vincerla dobbiamo partecipare tutti/e direttamente!


Noinceneritorealbano

4 gennaio 2010
Cancro e bugie, dati truccati per assolvere gli inceneritori PDF Stampa E-mail
Notizie
dal sito http://www.libreidee.org

Qualcuno ha truccato dati scientifici per tentare di dimostrareinceneritore 1 che gli inceneritori sarebbero innocui. L’accusa, gravissima, è stata formulata ufficialmente il 25 novembre a Cortona, in occasione della Giornata internazionale dei medici per l’ambiente. Dalla cittadina aretina, l’International Society of Doctors for the Environment rivela che sono stati manipolati gli esiti di ricerche scientifiche, per incoraggiare le amministrazioni pubbliche ad adottare con tranquillità l’incerimento dei rifiuti: una pratica che invece è pericolosissima per la salute degli abitanti che vivono nelle vicinanze dei “termovalorizzatori”.

«I termovalorizzatori sono fabbriche di tumori, come ormai dimostrato da studi epidemiologici condotti nelle aree limitrofe agli impianti», sostengono gli ambientalisti. Per contro, i governi hanno sempre impugnato i “dati ufficiali” della comunità scientifica che, al contrario, scagionerebbero gli inceneritori da ogni accusa. Proprio questi dati sono stati ora rimessi in discussione: verità truccate, per nascondere la dura realtà dei rischi legati agli inceneritori e quindi “ammorbidire” l’opinione pubblica, non contraria ai “termovalorizzatori”.

A firmare la clamorosa denuncia è l’Isde, associzione internazionale dei medici per l’ambiente, che dal ‘90 promuove la diffusione delle conoscenze in campo medico per una maggiore protezione dell’ambiente a tutela della salute. «Alla vigilia del ventennale della sua attività – spiega Pino Cabras, direttore di “Megachip” – l’Isde ha divulgato la notizia di sostanziali manipolazioni fatte su alcuni risultati derivanti da studi scientifici sugli inceneritori».

In un comunicato emesso il 25 novembre da Cortona, l’Isde sottolinea il valore della sua rivelazione: «Possiamo affermare che sono stati modificati i risultati di studi scientifici per attestare l’innocuità degli inceneritori e supportare la scelta dell’incenerimento dei rifiuti in documenti ad uso delle amministrazioni». La rivelazione fa riferimento a un articolo comparso sui “Quaderni di Ingegneria Ambientale” del 2007, ripreso in un documento ufficiale della Regione Sicilia. [La stessa cosa è avvenuta per quel che riguarda l’autorizzazione in sede AIA dell’inceneritore d’Albano, durante la quale per attestare l’innocuità dell’impianto il dott. Perucci della ASL RME ha distorto lo stesso articolo inglese. ndr]

Nel testo si cita il lavoro di studiosi inglesi sull’incidenza degli inceneritori sui tumori in Gran Bretagna. «La conclusione degli autori – traduce il documento italiano – è che non è stata trovata alcuna evidenza di diversità di incidenza e mortalità per cancro nei 7.5 Km di raggio studiati ed in particolare nessun declino con la distanza dall’inceneritore per tutti i tumori». Quindi, l’inceneritore sarebbe ininfluente. «Ottima notizia», ironizza Cabras. Peccato sia completamente falsa: nel documento originale, gli studiosi inglesi hanno affermato esattamente il contrario.

Il rischio-tumori declina man mano che ci si allontana dall’inceneritore, scrive il rapporto inglese firmato dai ricercatori Elliot, Shaddick e Kleinschmidt. Una rilevazione «statisticamente significativa» in particolare «per i tumori allo stomaco, al retto-colon, al fegato e ai polmoni». Colpa delle polveri sottili rilasciate dai camini del “termovalorizzatore”, i cui filtri non riescono a trattenere le particelle cancerogene.

Nello stesso articolo, aggiunge Cabras, altri studi vengono citati in modo altrettanto scorretto: «Viene fornita un’interpretazione significativamente diversa da quanto riportato dagli autori citati. I risultati emersi sono modificati oppure citati parzialmente. Ogni modifica tende a supportare le proprie tesi circa l’assoluta innocuità della pratica di incenerimento dei rifiuti».

Una segnalazione di queste manipolazioni, sottoscritta da numerosi medici e ricercatori italiani e stranieri fra cui Dominique Belpomme e Paul Connet, è stata appena inviata al British Medical Journal, che aveva pubblicato l’articolo originale del professor Elliot. Nel suo comunicato, l’Isde Italia «stigmatizza e censura come assolutamente riprovevole il fatto che si stravolgano i risultati provenienti dalla letteratura scientifica e si forniscano ai decisori politici ed alle popolazioni informazioni erroneamente rassicuranti, in spregio a valori che dovrebbero essere a fondamento dell’opera di ogni medico, quali l’autonomia e la correttezza».

I medici ambientalisti, aggiunge Cabras, ricordano che già in passato «l’utilizzo artefatto o strumentale dei risultati di alcuni studi scientifici ha costituito l’alibi per non adottare misure di protezione della salute pubblica, determinando di fatto esposizioni indebite di lavoratori e cittadini ad agenti tossici che hanno causato gravi sofferenze per mortalità e malattie che si sarebbero potute evitare». Riconosciuta dall’Oms e dall’Onu, l’Isde si batte per promuovere una corretta informazione a tutela della salute, in relazione ai rischi provocati dall’alterazione dell’ambiente (info: www.megachip.info).


Ricerca spezzata: il microscopio delle nanoparticelle se ne va…

4 gennaio 2010
Addio, annus horribilis PDF Stampa E-mail
Scritto da Stefano Montanari
mercoledì 30 dicembre 2009
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E così siamo scivolati alle ultime battute di un annus horribilis in cui il nostro mondo ha girato tanto velocemente da perdere la testa, se mai una testa razionale l’ha avuta. Parlo a livello globale e giù fino al livello di più di un singolo individuo.

Per quanto mi riguarda, non rimpiango nulla di questo 2009: dodici mesi che non vorrei rivivere per nessun motivo al mondo, così come, del resto, non vorrei rivivere la mia vita. A maggio scorso ho perso mia madre per una malattia che non lascia scampo e due settimane dopo se n’è andato anche il mio compagno di maratona, portato via pure lui da un male non poco aggravato, come fu per mia madre, dalle “cure” dei medici e dalla loro cultura che tanto deve alle case farmaceutiche e ai loro interessi miliardari.

Da quelle morti passa poco più di un mese e mi arriva una raccomandata nella quale la signora Bortolani, presidentessa dell’omonima onlus e proprietaria per sciagurata ingenuità mia del microscopio essenziale per le ricerche sulle nanopatologie, mi annuncia di aver “donato” l’apparecchio niente meno che all’Università di Urbino, quell’ente che annovera tra i suoi “scienziati” chi mi ha contrastato, e con argomenti tutt’altro che scientifici, quando ho tentato, per ora con successo, di evitare che a due passi da quella città si costruisse un inceneritore a biomasse che sarebbe stato parte di una fungaia di altri impianti simili. La “donazione”, va da sé, è stata sancita dopo aver manovrato di nascosto in modo da non mettere a repentaglio la riuscita dell’affare per molto più di un anno, ad essere precisi, da quando sono “entrato in politica”.

Con

quel grottesco trasloco si è tradita l’intenzione dei donatori? Li si sono imbrogliati? Si è fatto l’esatto contrario di ciò che si è strombazzato durante tutta la campagna di raccolta fondi, non solo bloccando di fatto la ricerca ma mettendo su di un piatto d’argento la nostra arma in mano giusto a chi si affermava di voler combattere? Che importa? Ubi maior… E, chissà, non era proprio dare l’arma a chi combattiamo che rendeva il business appetitoso? E poi, non si è forse detto che noi possiamo accedere al nostro microscopio “almeno una volta la settimana”? Che importa se Urbino sta a tre ore di auto e chissà quante di treno da Modena, se laggiù non ci sono né i locali adatti né le attrezzature che servono né i tecnici preparati per la nostra specialità? Che importa se quel microscopio serve tutti i giorni e non di rado anche di notte? L’importante è che si sia salvata una forma a beneficio degl’ipocriti, degl’imbecilli e di chi non vuole mostrare la faccia come complice in questa vicenda.

Qualcuno mi chiede della Bortolani. Che posso dire? Non certo per scelta mia, non la vedo e non la sento da tempo immemorabile, mai ha visitato il laboratorio, non ha la più pallida idea di che diavolo stiamo facendo e pubblica esternazioni di cui, stante la sua laurea in legge, non può ignorare le conseguenze. Tutto quello che mi sento di dire è che il giorno in cui qualcuno me l’ha presentata non godevo probabilmente di un oroscopo favorevole.

Grillo? Perché mi chiedete sempre di Grillo? Che c’entra Grillo? Che ne sa lui? Che autorità detiene? Qualcuno lo ha preso come alibi per le proprie porcate e lui ha lasciato fare. Dopotutto, quando strilla condannando all’inferno chi imbavaglia la ricerca, chi diffama senza essersi procurato lo straccio di una prova,  chi intrattiene interessi tanto grassi quanto squallidi come quelli che stanno dietro gl’inceneritori e le cosiddette “grandi opere”, non fa altro che il suo mestiere: riempire i palasport. Qualcuno viene sacrificato? Il bene comune viene calpestato? Non potete chiedergli di badare a queste inezie: ognuno deve fare il “suo particulare”, come saggiamente insegnava Guicciardini, e se si è sempre sottratto a qualsiasi forma di confronto non è per viltà: è solo perché è in tutt’altre faccende affaccendato. In fondo, se una fetta di ricerca è andata avanti e si sono raggiunti risultati di livello altissimo un po’ lo si deve anche a lui. E, allora, non tiratelo in ballo.

E l’Università di Urbino? Certo il coraggio non è una dote nemmeno laggiù nel Montefeltro. Rettore, preside di facoltà, professore che, furbescamente, si spacciò un tempo per amico per venderci in cambio di trenta denari bucati… Nessuno di loro ha avuto il coraggio e la dignità di prendere il telefono e parlare con me. Anzi, con mia moglie, perché è lei, per accordo scritto e pubblicato, la persona che ha la piena responsabilità del microscopio, potendo decidere dove, come e quando collocarlo e che accidenti farci. E nessuno di loro ha mai avuto il coraggio di mettersi in contatto con il sottosegretario alla Difesa che aveva scritto una lettera al rettore per impedire lo scempio, né qualcuno ha chiamato il capo di stato maggiore della Difesa che aveva telefonato per lo stesso motivo, né qualcuno ha risposto al presidente dell’Osservatorio Militare che resterà senza le analisi imprescindibili per consentire ai reduci malati di vedersi riconosciuta la causa di servizio per le malattie da uranio impoverito e nanoparticelle, né qualcuno ha avuto il fegato di rispondere a tutti i messaggi di protesta che arrivavano da parte di donatori e di ricercatori non collusi con certe schifezze. Ma che importa? Ubi maior… Dopotutto, il fine giustifica i mezzi. È o non è la lezione di un grande?

Qualche giorno fa mi è arrivato un fax firmato dal rettore in cui arroganza e comicità tragica facevano a gara, arrivando persino a sostenere che la sua università brillerebbe in campo internazionale. In che, non è dato sapere, ma qui, quando si arriva a trattare del microscopio elettronico, si parla di una disciplina nitidamente delineata e non di altro, altro che è del tutto irrilevante. Ma, volendo prendere sul serio il rettore, sarebbe interessante sostenere un dibattito pubblico con i luminari delle nanopatologie che l’Università metterebbe in campo, luminari che, forse per modestia, non hanno mai fatto capolino in quel mondo e – ma questa è un’illazione mia – non hanno neppure chiaro il significato del termine.

Ma ad Urbino, nel salottino dell’Università, nessuno si preoccupi: non accadrà mai che qualcuno chieda loro quali progressi abbiano fatto con lo studio sulle patologie da micro e nanoparticelle o si rivolga a loro, come si fa quotidianamente con me, per avere aiuto.  Aiuto che, guarda un po’ l’ironia del destino, mi chiedono perfino alcuni gruppi di “amici di Beppe Grillo”.

A corollario di questa farsa ci stanno un po’ di blog, qualche casalinga isterica, qualche faccendiere di provincia, qualche bamboccione, qualche “scienziato” che non ha mai partorito nulla e che pretende uguaglianza rendendo il mondo sterile come lui. Da tutte queste fonti, molte delle quali rigorosamente anonime, arrivano infamie. A ben contarli sono quattro gatti che qualche decennio fa, prima dell’entrata in vigore della legge Basaglia, avrebbero forse avuto altro destino, ma ora stanno democraticamente lì a inveire contro la luna piena. Quattro gatti sì, ma rumorosi.

Dall’altra parte ci stanno coloro i quali mi mandano messaggi in cui mi dicono di non mollare e che compreremo un altro microscopio alla faccia di tutti. Ma con che soldi, di grazia? Qualche anno fa si tentò di mettere in piedi un’associazione che raccogliesse fondi per la nostra ricerca. Fallito l’ottenimento dello stato di onlus grazie agl’intrighi da politicuzzo ereditati dal babbo di qualcuno che ora gongola per la nostra “sconfitta”, restarono 6.000 Euro depositati in banca, una cifra che, a dir poco misteriosamente, non arrivò mai alla ricerca. Poi si tentò di raccogliere fondi con i Grilli di Firenze, ma, come forse qualcuno ricorderà, il comico Grillo si oppose a mezzo avvocato (io ero già “in politica” e il mio essere “in politica” non si armonizzava con il suo) e l’iniziativa naufragò. Ora c’è Ricerca è Vita che è una onlus e che raccoglie fondi per le nostre ricerche, ma in quasi un anno e mezzo sono arrivati non molto più di 10.000 Euro. Dunque, una pacca sulle spalle e un armiamoci e partite, perché se c’è da tirare fuori un po’ di quattrini per assistere alle esibizioni di un cantante, di un calciatore o di un guitto da trivio che già trasuda denaro, si fa il “sacrificio”. Per una ricerca i cui risultati, lo si voglia o no, coinvolgono tutti, vadano avanti gli altri.

Io ho messo in vendita casa mia. Dopo questa, ho un rene in ottime condizioni. Di più, non credo di farcela, anche perché il Nobel tarda ad arrivare.

Ciliegina sulla torta del 2009: sono stato querelato dall’acciaieria ABS di Udine per il capitolo 25 del mio libro Il Girone delle Polveri Sottili. Resta aperto il quiz: perché?

A chi mi chiede che cosa provo in tutto questo molto terrestre girone infernale non posso che rispondere che provo repulsione e pietà messe insieme, le sensazioni che si provano davanti ad una mutilazione orrenda, con l’aggravante che qui la mutilazione è morale.

E, dunque, addio 2009 e addio senza un briciolo di rimpianto ma, anzi, con la voglia di buttarti fuori a calci perché non meriti altro. Il 2010 non promette di cominciare particolarmente bene, con i signori di Urbino che, senza colpo ferire, si portano a casa il frutto di un anno di sacrifici miei che magari non tutti avrebbero affrontato. Mi auguro solo che quello sia l’atto postumo dell’anno ormai andato.
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Un annus horribilis, ho detto, ma da cui esco vincitore perché io posso guardare negli occhi chiunque e non sono costretto a scappare, ad arrampicarmi sugli specchi o ad aggrapparmi a menzogne avvilenti.

E, da vincitore, sfido i poveri infelici che ignorano di essere dei suicidi a bloccarmi ancora. Perché, vi piaccia o no, noi andremo avanti e a voi non resterà che un pugno di quella triste sozzura che scambiate o contrabbandate per oro. La differenza sarà che chi ha bisogno di aiuto non potrà più rivolgersi a me ma lo farà a Grillo, al rettore di Urbino o alla signora Bortolani, perché ora la patata bollente ce l’hanno loro tra le dita per loro scelta, e adesso quella non possono mollarla a nessuno.