La falda acquifera sui Castelli romani si è abbassata

27 agosto 2009

venerdì 21 agosto 2009

La falda si è abbassata: scoppia la crisi idrica

Il Messaggero – Venerdì 21 Agosto 2009
di LUIGI JOVINO
Castel Gandolfo, emergenza idrica

E’ scoppiata l’emergenza idrica a Castel Gandolfo, dove la falda e il livello del lago si sono abbassati nonostante la pioggia dei mesi scorsi. Maxi multe minacciate contro gli sprechi.
Vietati il rifornimento dalle fontane a bottone.
In molti centri dei Castelli preoccupazione per fluoro, arsenico e manganese
Contro gli sprechi multe fino a 500 euro. Albano: dai rubinetti anche impurità
Castel Gandolfo, emergenza idrica
Crisi idrica a Castel Gandolfo e in molti paesi dell’Appia. Il sindaco vieta il rifornimento dalle fontane pubbliche, mentre molti comitati locali si lamentano per l’inquinamento da sostanze naturali. A Castel Gandolfo, dunque, multe salate per i cittadini che si recano alle fontanelle “a bottone” per far la scorta di acqua potabile. I contravventori rischiano un’ammenda fino a 500 euro. L’approvvigionamento è, invece, consentito dalle fontane “a nasone” che, a differenza di quelle a bottone, sono alimentate da flusso continuo e non da serbatoi. «Siamo in piena emergenza – afferma Maurizio Colacchi, sindaco di Castel Gandolfo che ieri ha firmato l’ordinanza – e non sono ammessi sprechi. Non è ammissibile che alcuni cittadini abbiano acqua a sufficienza, mentre altri debbano soffrire».
Nell’ordinanza è stato anche vietato di utilizzare acqua potabile per innaffiare giardini o pulire gli arenili e di farne uso improprio. «La situazione – riprende il sindaco – è sotto gli occhi di tutti. La falda continua a scendere e il livello del lago si è abbassato nonostante l’autunno e la primavera scorsi siano stati molto piovosi».
Vigili mobilitati anche a Pavona e a Cecchina di Albano, dove i cittadini si lamentano perché il flusso di acqua non è continuo e spesso dai rubinetti escono impurità.
In molti altri paesi dei Castelli sono comparsi manifesti dei sindaci che vietano sprechi di acqua potabile, ma negli otto comuni cui è stata concessa la deroga perchè il contenuto di inquinanti naturali come il fluoro, l’arsenico e il manganese sono al di sopra dei valori soglia le preoccupazione sono ben altre.
«Non ci è stata detta – afferma Danilo Ballanti, del Comitato antidiscarica di Albano – tutta la verità e i cittadini che consumano acqua intrisa di fluoro, manganese e arsenico non sanno neanche come comportarsi».
Il mese scorso nei comuni di Albano, Ariccia, Castel Gandolfo, Lariano, Lanuvio, Velletri e Ciampino e Genzano l’Acea e il Dipartimento prevenzione dell’Asl Rm H hanno affisso degli avvisi pubblici in cui si invitava la cittadinanza, e i bambini in particolare, a non utilizzare integratori, dentifrici e sostanze al fluoro per evitare pericolosi accumuli di questa sostanza presente nell’acqua potabile al di sopra dei valori consentiti per legge.
«Analisi in nostro possesso – riprende Ballanti – dimostrano che ci sono quantità in eccesso anche di manganese. Abbiamo mostrato i rilievi a Piero Marrazzo, presidente della giunta regionale del Lazio, che è rimasto allibito. Dopo poco tempo sono stati affissi i manifesti pubblici sui pericoli del fluoro. Niente sappiamo invece sull’accumulo dell’arsenico anche se il dottor Messineo, responsabile del Dipartimento prevenzione dell’Asl, ha detto che potrebbero esserci danni serissimi».
Un documento dell’associazione “Medicina democratica” ha poi denunciato nelle settimane scorse la «colpevole carenza di informazioni che non mette in condizione i cittadini di prendere le dovute cautele»