Sciopero dei ricercatori

21 marzo 2010

Il loro contratto li impegna a svolgere attività di ricerca, invece sono “usati” per coprire corsi di laurea prestando servizio di docenza per quattro soldi. Con la riforma Gelmini il loro futuro è un punto interrogativo.

http://www.repubblica.it/scuola/2010/03/21/news/universit_cattedre_vuote_lo_sciopero_dei_ricercatori-2798883/


Aggressione agli organi istituzionali, difesa degli interessi personali

9 marzo 2010

“Di nuovo, assistiamo sgomenti al graduale svuotamento delle istituzioni, all’integrale oblio dei valori, al totale svilimento delle regole: questo è il male oscuro e profondo che sta corrodendo l’Italia”.

“Cosa vuole che le dica? Purtroppo questo è il drammatico paesaggio italiano, né bello né facile. E questo è anche il mio più grande rimpianto di vecchio: sulla soglia dei 90 anni, mi accorgo con amarezza che questa non è l’Italia che vagheggiavo a 20 anni. Allora ci svegliavamo la mattina convinti che, comunque fossero andate le cose, avremmo fatto un passo avanti. Oggi ci alziamo la mattina, e ogni giorno ci accorgiamo di aver fatto un altro passo indietro. E’ molto triste, per me che sono un nonuagenario. Ma chi è più giovane di me non deve perdersi d’animo, e soprattutto non deve smettere di lottare”.

(Carlo Azeglio Ciampi)

http://www.repubblica.it/politica/2010/03/09/news/parla_ciampi-2560836/

“Tra i 2001 e il 2006 Ciampi non potè rinviare alle Camere tutte le leggi-vergogna del secondo governo Berlusconi, perché in alcune di esse mancava il vizio della “palese incostituzionalità” che solo può giustificare il diniego di firma da parte del capo dello Stato. Ma dalla riforma Gasparri sul sistema radiotelevisivo alla riforma Castelli sull’ordinamento giudiziario, Ciampi pronunciò alcuni “no” pesantissimi.”


Le bugie della Gelmini

19 dicembre 2009

Dopo l’intervento a Ballarò della Ministra con le sue solite cifre ( false e sconclusionate )

imparate a memoria, qualcuno ha pensato di rispondere…

LE BUGIE DELLA GELMINI, LA VERITA’ DEI FATTI

mercoledì 01 ottobre 2008

Di Gennaro Loffredo,

Un attacco feroce che non ha precedenti nella storia della Repubblica, sta per cambiare le sorti dei nostri ragazzi, e tutto ciò fra l’indifferenza e l’arroganza di un ministro che all’ opinione pubblica racconta le “sue” verità, basate su un’ interpretazione distorta e non veritiera di dati statistici.

Alle famiglie viene detto che i ragazzi trascorrono troppo tempo sui banchi di scuola, che ci sono troppi insegnanti e troppi bidelli a fronte di risultati modesti, che la scuola non può essere considerata uno stipendificio e un ammortizzatore sociale, deridendo una categoria, quella dei docenti, che opera con impegno e spirito di abnegazione al servizio dello stato e della società. Il tutto attraverso una campagna mediatica condotta ad hoc, volta a far credere ai cittadini che i problemi della scuola si risolvono con voti in pagella e grembiulini, tacendo invece su quello che è l’unica, vera volontà del governo: fare cassa a discapito della qualità dell’insegnamento offerto agli alunni senza tenere conto delle esigenze delle famiglie.
Infatti…

NON E’ VERO come afferma il ministro che i dipendenti del MIUR siano 1.300.000, ma 1.125.975 (Dati MPI – la scuola in cifre).

NON E’ VERO che il 97% del bilancio del MIUR viene speso in stipendi, ma il dato reale è il 78,8%, buona parte in quota alle Regioni (dati OCSE – studio Education at a glance), in linea con gli altri paesi. E’ vero invece che il MIUR si limita SOLO a pagare gli stipendi, investendo appena il 2,8% del P.I.L., rispetto al 3,80 % di media dei paesi europei. (dati OCSE – Education at a glance).

NON E’ VERO che la spesa per la scuola è continuamente cresciuta negli ultimi anni, infatti la quota di spesa complessiva è scesa dal 12,6 del ’90 al 10,6 del 2005 (dati ISTAT). Ciò è dovuto ai continui tagli operati dai vari governi in questo settore.
E ancora: se tra il 1995 e il 2005 gli investimenti nella scuola dei paesi europei sono aumentati del 41%, in Italia l’incremento è rimasto contenuto al 12%. (dati OCSE – education at a glance).

NON E’ VERO che i docenti aumentano mentre gli alunni diminuiscono. Dall’anno scolastico 2001/02 fino all’anno scolastico 2007/08 gli alunni sono costantemente cresciuti mentre i docenti sono calati del 4,5% (dati MPI – la scuola in cifre).

NON E’ VERO che è opportuno che il bambino abbia un solo punto di riferimento nella scuola primaria. Infatti, associazioni pedagogiche di spicco come il SIPED, SIRD, CIRSE, e SIREF sono nettamente contrarie al ritorno di questa figura, connotandola in modo negativo e anacronistico.

NON E’ VERO che i risultati della scuola italiana siano pessimi: gli allievi delle scuole secondarie di secondo grado di Veneto, Lombardia e Piemonte hanno raggiunto nei test risultati molto vicini a quelli degli allievi della Finlandia, additata dal ministro come esempio per il paese. Inoltre, le famiglie italiane hanno mostrato un gradimento nei confronti della scuola pubblica dell’ 80% (dati OCSE – education at a glance), superiore alla media europea (78%)

NON E’ VERO che i docenti del sud sono meno preparati dei colleghi che operano al nord e necessitano di apposito aggiornamento, poiché nelle strutture scolastiche del nord operano e ottengono brillanti risultati moltissimi docenti provenienti dal sud, il cui “ritardo” è pertanto da individuare in fattori sociali, economici e strutturali che il ministro dovrebbe conoscere e contribuire ad eliminare.

Ecco invece quello che, sulla base delle disposizioni ministeriali e degli effetti della legge 112/08 e dell’approvando DL 137/08, il ministro dovrebbe dire alle famiglie:

1. Molti docenti di ruolo saranno individuati come soprannumerari e saranno pertanto costretti a cambiare sede, il che significa che la continuità didattica non sarà garantita e che i ragazzi potrebbero dover cambiare insegnante anno dopo anno.

2. Le scuole aventi un numero di allievi inferiore a 100, ubicate nei piccoli centri, saranno chiuse, il che comporterà un enorme disagio per gli alunni ( costretti ad intraprendere ben presto una vita da pendolari), per le famiglie e per i Comuni, a carico dei quali verrebbero a gravare le spese per i servizi legati al trasporto degli alunni pendolari. Ricordo che i Comuni incasseranno meno.

3. L’orario di insegnamento nella scuola primaria sarà ridotto a 24 ore settimanali, insufficienti a garantire il rispetto dei tempi di apprendimento propri di ciascun alunno.
Non ci saranno più né pluralità dei docenti né compresenze, il che significa che non sussisteranno le condizioni per permettere attività di recupero per alunni con difficoltà di apprendimento, gite d’istruzione, visite guidate e una didattica aperta al territorio.

5. Il tempo pieno non sarà garantito a tutti, perché solo le scuole del nord sono dotate delle infrastrutture necessarie, il che porterà ad accentuare il divario culturale fra il nord ed il sud del paese, penalizzando fortemente quest’ultimo, dove il tasso di abbandono scolastico risulta essere più alto.

6. Gli unici insegnanti specialisti saranno i docenti di religione, visto che gli insegnanti specialistici di lingua inglese nella scuola primaria saranno riassorbiti su posto comune (articolo 1 comma 128, legge 311/2004) e tutti gli altri saranno obbligati ad abilitarsi all’insegnamento dell’inglese attraverso corsi di 150-200 ore, il che sfacciatamente contraddice quanto sbandierato dallo stesso governo Berlusconi nelle sua precedente legislatura, ovvero l’importanza delle tre “I”, tra cui appunto l’insegnamento dell’inglese.

7. A causa dei tagli operati con la legge 112/08, molti alunni non avranno più l’insegnante di sostegno, finora risorsa per la classe intera oltre che strumento formidabile di integrazione sociale e garante del diritto allo studio per gli alunni diversamente abili i quali, in tal modo, verranno ghettizzati, con conseguenze disastrose sul piano sociale e didattico.

8. La riduzione del numero di indirizzi nella scuola secondaria di 2° grado non terrà conto del fatto che gli Istituti professionali sono ben diversi dagli Istituti tecnici, hanno finalità diverse e non sono doppioni. Inoltre, l’ accorpamento delle classi di concorso sarebbe molto deleteria soprattutto per chi insegna materie tecniche e professionalizzanti e per gli allievi che si troveranno insegnanti che dovranno necessariamente ricominciare a studiare per materie che non hanno mai insegnato;

9. La contrazione dell’orario scolastico, così come prevista dal piano programmatico presentato dal ministro, andrà à discapito delle materie tecniche, ossia proprio quelle che formano l’allievo nell’indirizzo prescelto;

10. La riduzione del 30% degli insegnanti di laboratorio impoverirà l’offerta formativa degli istituti professionali, oltre a rendere meno sicure le esercitazioni nei laboratori.

11. L’incremento dei finanziamenti alle scuole private che vanno messe, secondo la Gelmini, in concorrenza con le scuole pubbliche statali perché aumentano la possibilità di scelta da parte delle famiglie che, tutte, avrebbero la possibilità di scegliere scuole migliori. Un altro falso incredibile! DAI DATI OCSE-PISA LE SCUOLE PRIVATE ITALIANE SONO RISULTATE ESSERE TRA LE PEGGIORI IN EUROPA. NETTAMENTE SUPERIORI QUELLE PUBBLICHE STATALI: IN MATEMATICA 11 PUNTI DI DISTACCO; SCIENZE 14; COMPRENSIONE E PRODUZIONE DI TESTI SCRITTI 3. IN AZERBAIJAN ED IN GIORDANIA LE SCUOLE PRIVATE SONO PIU’ COMPETITIVE DI QUELLE ITALIANE.

Inoltre il ministro sostiene che parte dei soldi risparmiati servirà a rendere più sicure le scuole, ma anche stavolta si tratta di un’affermazione priva di fondamento visto che l’edilizia scolastica compete ai comuni (legge 11 gennaio 1996, n. 23, articolo 9 comma 1), così come non corrisponde a verità il fatto che i docenti di ruolo vedranno aumentato il loro stipendio: secondo il ministro, infatti, solo i più “meritevoli” e solo a partire dal 2012 saranno premiati con 50 miseri euro a testa: un’elemosina in cambio della richiesta ai docenti di svendere la scuola pubblica.

Roma, 1 Ottobre 2008


Quando le banche sono più importanti del pianeta

7 dicembre 2009

Se si possono trovare migliaia di miliardi di dollari per salvare le banche, perché non si può trovare una parte di quel denaro per salvare l’ambiente e i  poveri?

http://www.greenpeaceitalia.org/blog/?p=380

Il nuovo Direttore Esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo, sudafricano e attivista per i diritti umani, che ha lottato contro l’apartheid e la povertà nel mondo, dice:

Kumi“In diverse lingue africane abbiamo il proverbio “Io sono, perchè voi siete”. Significa che l’essere umano è determinato dai rapporti che ha con le altre persone. Questo proverbio ha ispirato non solo il mio pensiero sui rapporti umani, ma anche quello sulla natura e l’ambiente. Se non riconosciamo che dobbiamo unirci, nei paesi ricchi e poveri e tagliare tutte le divisioni che ci separano, se non ci rendiamo conto che siamo tutti coinvolti, non saremo in grado di affrontare le sfide ambientali e di certo non saremo in grado di affrontare il problema dei cambiamenti climatici.

Oggi siamo a un bivio. In gioco c’è il futuro del nostro pianeta. Gli effetti dei cambiamenti climatici stanno colpendo milioni di persone in tutto il mondo. Ci troviamo in un momento in cui la società civile ha bisogno di essere coraggiosa e audace, pacifica e unita per riuscire a fermare i cambiamenti climatici catastrofici , la più grande sfida del nostro pianeta.

Entro a far parte di Greenpeace in un momento cruciale. Siamo a poche settimane dal vertice delle Nazioni Unite di Copenaghen. Abbiamo ancora un sacco da fare in questi giorni. I nostri leader mondiali non hanno agito con coraggio nel periodo che precede i negoziati : dormono in un periodo di crisi e devono svegliarsi e rendersi conto di aver perso tempo prezioso. Si rifiutano di ascoltare scienziati ed economisti che hanno fornito prove concrete della realtà dei cambiamenti climatici, ma soprattutto si rifiutano di ascoltare i propri cittadini che chiedono un intervento urgente. Vogliamo che la voce dei cittadini venga ascoltata ancora una volta. Dobbiamo alzarci e dire ai leader più potenti del mondo che se si possono trovare migliaia di miliardi di dollari per salvare le banche, perché non si può trovare una parte di quel denaro per salvare l’ambiente e i  poveri?

Gli effetti più catastrofici dei cambiamenti climatici non sono inevitabili. Con la nostra creatività e il nostro attivismo abbiamo l’opportunità di spingere verso un’economia verde che crei posti di lavoro sostenibili; abbiamo bisogno di portare avanti una rivoluzione energetica che miri a promuovere l’utilizzo di energie rinnovabili come il vento e l’energia solare e di una maggiore efficienza energetica. Se siamo in grado di sfruttare tutte queste opportunità è possibile affrontare allo stesso tempo la povertà, i nuovi posti di lavoro e la protezione del clima. Abbiamo bisogno che i leader mondiali agiscano con coraggio per garantire che da Copenhagen esca fuori un trattato equo, ambizioso e vincolante.

Dopo diversi anni di lavoro nel movimento contro la povertà, sono arrivato a comprendere come la lotta contro la povertà e la lotta contro i cambiamenti climatici siano indissolubilmente legate. La mia esperienza di lavoro, con l’anti-apartheid e con i movimenti di giustizia sociale, mi ha insegnato che quando l’umanità deve affrontare una sfida importante, una grande ingiustizia, è solo quando uomini e donne onesti sono disposti a resistere e lottare che il cambiamento accade realmente. Credo che Greenpeace sia un’organizzazione che può fare la differenza, che aiuti gli uomini e le donne di tutto il mondo a trovare una voce, ad alzarsi ed a creare un cambiamento.

Essere alla guida di Greenpeace è uno dei più grandi privilegi che io possa immaginare. Quando mi fu chiesto di prendere in considerazione questo ruolo ero al diciannovesimo giorno dei venticinque di sciopero della fame per protestare contro il governo di Robert Mugabe in Zimbabwe. Mi sentivo piuttosto debole e mi sono chiesto se ero davvero pronto per la sfida di un ruolo così importante. Mi sono anche chiesto se non fosse troppo presto per lasciare il lavoro in cui ero così coinvolto in nome dei poveri. Quando poi l’ho detto a mia figlia lei mi rispose che non avrebbe mai più parlato con me se non avessi preso in seria considerazione l’offerta. Lei mi fece notare che anche Greenpeace ha sempre lavorato per i poveri, anche se in un modo diverso.

Per lei, Greenpeace e i suoi sostenitori sono gli attivisti reali, i veri eroi che dedicano la loro vita alla lotta per la giustizia climatica. L’entusiasmo di mia figlia è l’entusiasmo delle giovani generazioni, quelle che dovranno affrontare le conseguenze delle decisioni che la mia generazione sta prendendo ora. Il suo entusiasmo mi fa sperare che saremo in grado di affrontare il grave pericolo del cambiamento climatico e ideare soluzioni per proteggere questo pianeta sia per lei che per le generazioni future.
Sono profondamente onorato di entrare far parte di Greenpeace International come Direttore Esecutivo, specialmente in questo momento. Sono orgoglioso di far parte di un’organizzazione che è pronta a resistere al potere, a fermare la gente per le strade, a dominare la scienza, a discutere con i politici, ad utilizzare tutti i mezzi pacifici possibili per creare un mondo verde, pacifico e piu giusto. Sono convinto che siamo in grado di sviluppare un futuro sostenibile per il pianeta, ma c’è bisogno che tutti  noi siamo coinvolti. Sono estremamente onorato, emozionato e non vedo l’ora di di lavorare con tutti voi.”


Docenti precari: esaurimento a tempo indeterminato

27 ottobre 2009

SCUOLA:   tagli, esuberi, precarietà, disoccupazione, graduatorie a (finto) esaurimento, ricorsi, eterni contratti a tempo determinato, sogni di contratti a tempo indeterminato, chiusura delle scuole di montagna, classi superaffollate, scuole inagibili ma frequentate, stipendi da fame, riduzione orario scolastico, eliminazione materie d’insegnamento, maestro unico…

  

                                                                          

STIAMO COSTRUENDO GLI IDIOTI DEL FUTURO!

 


LATOUCHE E PALLANTE A ROMA

29 settembre 2009

SABATO 10 OTTOBRE – Sala Convegni della Città dell’Altra Economia largo Frisullo -Testaccio
ore 9:30-13:00 Pallante interviene all’incontro ‘Popoli Nativi’di cui potete leggere di più negli allegati

VENERDI’ 16 OTTOBRE ore 17:30 Teatro Liceo Morgagni via Fonteiana 125 (Monteverde) dibattito con Pallante e Latouche


Rifiuti radioattivi nel mare di Calabria

12 settembre 2009

Caccia al relitto dei rifiuti radioattivi
La verità è sui fondali del Mar Tirreno

Un sondar cerca i resti del mezzo con 120 fusti di scorie affondato dalla n’drangheta.

Su http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/cronaca/nave-veleni/nave-veleni/nave-veleni.html 


Gelmini alle Regioni: sistemate voi i docenti che ho licenziato

10 settembre 2009

La Gelmini si è detta soddisfatta del lavoro fatto dal Governo per SALVARE I PRECARI. MA NON LI HA LICENZIATI LEI?!!!!!!!!!!!!!!!

E’ contenta di risolvere il problema dei docenti (che hanno investito decenni della loro vita invano al servizio dello Stato) attraverso accordi con le Regioni! Ma i soldi delle Regioni non sono sempre soldi dello Stato italiano, sborsati da noi cittadini?  Come faranno le Regioni a sostenere tale carico?

SCUOLA, LA TRUFFA CONTINUA

http://www.retescuole.net/contenuto?id=20090909204510

I. R., 09 settembre 2009, 18:08

Il governo vara un decreto che prevede “aiuti per i supplenti annuali”, che interesserebbe tredicimila docenti precari, con supplenze brevi e indennità. In sostanza, la Gelmini trasferisce il costo del precariato sulle Regioni, chiamate a finanziare progetti in cui inserire gli insegnanti disoccupati. In tre anni, il tetto dei precari della scuola è stimato sopra alle 100.000 unità. Assicurare una quota di stipendio a tutti sarebbe una colossale operazione di assistenzialismo che manderebbe a picco i bilanci regionali.

Il consiglio dei Ministri ha approvato oggi una norma che – è convinzione del ministro Gelmini – consente di tutelare gli insegnanti precari. La norma verrà inserita nel decreto legge Ronchi (su questioni ambientali!) e interesserà una platea di 12-13 mila docenti che fino allo scorso anno hanno avuto supplenze annuali. “La Finanziaria” ha spiegato il ministro dell’Istruzione “prevedeva un taglio di 43.000 Posti. Di questi 30.000 si sono liberati attraverso i pensionamenti. Restano 12-13.000 insegnanti che hanno il diritto all’indennità di disoccupazione”.
Grazie alla norma “salva precari” questi insegnanti potranno avere, secondo quanto spiega il ministro, una via preferenziale per rimanere all’interno della scuola, attraverso le supplenze brevi, e potranno essere coinvolti in progetti educativi: contro la dispersione scolastica, il sostegno ai soggetti più deboli, o per l’orientamento.
Il sostegno ai precari avverrà grazie anche ad accordi con le Regioni che potranno finanziare progetti di rafforzamento dell’offerta formativa in cui inserire gli insegnanti disoccupati. L’attivazione e la cessazione dell’indennità di disoccupazione sarà gestita attraverso l’Inps. La norma varrà solo per l’anno scolastico 2009/2010 perché, spiega la Gelmini “per il prossimo anno non ci aspettiamo di avere questi problemi”. Superfluo a questo punto chiedersi cosa dirà il ministro ai 25.570 docenti e 15.167 dipendenti Ata di cui è previsto il taglio. Secondo la signora Gelmini con questa norma, inserita in un decreto legge e quindi immediatamente efficace, “il governo ha mantenuto un impegno preciso e importante che anche i sindacati aspettavano con ansia”.

Ma, come sempre, dietro alle parole occorre verificare i fatti concreti.
Il primo a fare “le pulci” al decreto è Domenico Cersosimo, vicepresidente della regione Calabria, che spiega: “Il decreto sui precari della scuola, almeno dalle notizie uscite oggi da Palazzo Chigi, non sembra avere una logica. Perché non c’è risparmio nella spesa pubblica in quanto il Governo cerca di trasferire il costo sulle Regioni e perché le persone che prima lavoravano a pieno tempo adesso si dovrebbero pagare per stare a braccia conserte per il 60% dell’orario”.

Quello economico non è l’unico giudizio negativo del vicepresidente della Calabria sulla riforma Gelmini e sulle misure di emergenza da adottare alla vigilia del nuovo anno scolastico.
“I tagli al personale -ha continuato Cersosimo- sono solo la cartina di tornasole del terremoto a cui viene sottoposto l’intero sistema scolastico, dal punto di vista strutturale e della didattica, con un impoverimento della qualità del sapere e della conoscenza, che a sua volta creerà un’Italia impreparata alle nuove sfide dello sviluppo globale”. E prosegue: davanti all’ennesima violazione della leale collaborazione istituzionale, avvenuta oggi con l’approvazione di un decreto mai discusso con le Regioni ma che vorrebbe impegnare le nostre risorse per mettere le toppe all’emergenza precari, è giustissima l’indicazione emersa nella riunione di oggi a Roma sulla scuola tra gli assessori regionali: l’avvio della riforma Gelmini deve essere l’occasione per i presidenti delle Regioni di chiedere al Governo di fare quel confronto che finora ha rifiutato. Per questo – ha sottolineato il vicepresidente della Calabria- occorre evitare di cadere nel tranello del divide et impera, cioè di essere ricattati dalla questione sociale, dal giusto bisogno di quei lavoratori della scuola che il Governo ha licenziato ed essere costretti a firmare accordi bilaterali Regione-Governo”.
“Si cadrebbe – aggiunge Cersosimo – in una spirale senza fine, dato che neppure oggi il Governo è riuscito a dare un dato certo e definitivo sul numero dei precari, tra supplenti annuali, temporanei e personale Ata. Quando la Gelmini dice che sono 13.000 ad avere diritto all’indennità a chi si riferisce? In tre anni – sottolinea – il tetto dei precari della scuola è stimato sopra alle 100.000 unità. Assicurare una quota di stipendio a tutti sarebbe una colossale operazione di assistenzialismo che manderebbe a fondo i bilanci regionali”.

E gli insegnanti precari nella scuola, riuniti nel C.I.P. (Comitati Insegnanti Precari), esprimono il loro netto rifiuto per i cosiddetti contratti di disponibilità perché sono “un palliativo che favorisce, solo per i prossimi 8 o 12 mesi, il parziale mantenimento del reddito di alcuni precari e non garantisce loro l’attesa assunzione a tempo indeterminato dopo vari decenni di precarizzazione”.
Il provvedimento, invece di essere un ammortizzatore sociale, diviene quindi un detonatore per ulteriori conflittualità derivanti da nuove penalizzazioni e iniquità.
Dal contratto di disponibilità, spiegano gli insegnanti precari, “verrebbero esclusi non solo coloro che hanno lavorato per l’intero anno scolastico ma con incarichi dei presidi, ma anche tutti quelli che hanno maturato un anno di servizio cumulando più periodi in diverse scuole o per vari insegnamenti”. Questi contratti, inoltre, “non intervengono sulla questione nodale dei tagli indiscriminati nella scuola pubblica”, tagli non solo occupazionali di docenti e personale tecnico ed amministrativo ma “anche di tempo scuola, di interi istituti, di classi con l’aumento abnorme del numero degli alunni”.

I C.I.P., inoltre, denunciano la mistificazione con la quale “si è millantata come soluzione una truffa del tutto insensata, onerosa e inutile”: l’ipotesi prospettata come “contratto di disponibilità” altro non è, infatti, che “una misura di sostegno al reddito, già in parte disponibile, a carico dell’INPS e nota come “disoccupazione ordinaria” che, di norma, viene erogata ai docenti disoccupati per la durata di 8 mesi (o per 12 mesi a chi abbia già superato i 50 anni) e un ammontare di circa 860 euro al mese”, al quale dovrebbe aggiungersi il sostegno regionale.


Numeri: 7 docenti tagliati su 10 sono del Sud

4 settembre 2009

www.ilmanifesto.it …«si punta a ridurre i docenti a braccianti pugliesi dell’Ottocento, con la coppola sull’ombelico, le spalle curve, ammucchiati sulla piazza, ad aspettare il caporale di turno che gli dice: “tu sì, tu no”».

Continua invece la rissa sulle cifre dei posti tagliati quest’anno, mentre neppure il ministero nega che saranno oltre 100.000 alla fine dei tre anni. Però minimizza: «è solo l’8%». I Cobas, che hanno prodotto lo studio più dettagliato, parlano 31.379 docenti e di 14,226 Ata in meno sul solo «organico di diritto»; una situazione che sarà ovviamente aggravata prendendo in esame l’«organico di fatto».
La riduzione del personale non è dovuta alla riduzione delle iscrizioni. «Anzi –  spiega una delle precarie in presidio davanti al ministero –  nelle materne sono persino aumentate». Si tratta invece di una scelta politica, prima ancora che finanziaria. Si accorpano classi fino a comporne di 30-34 alunni (violando le norme contrattuali che fissano il limite a 25, per ovvie ragioni didattiche). Si costringono i precari che ricevono una cattedra ad accettare orari di lezione prolungati a 20-22 e persino 24 ore (anche qui in violazione dei contratti), generalizzando una «deroga» che valeva solo per l’insegnamento dell’italiano, altrimenti produttore di cattedre di sole 14 ore. Si è introdotto il «maestro unico» nelle elementari, riducendo anche il «tempo pieno». Si estendono a più materie «contigue» le abilitazioni già possedute dai docenti, ma soprattutto viene quasi abolito il turnover. «A fronte di 25.000 docenti andati in pensione ne verranno assunti a tempo indeterminato soltanto 8.000, per poter conservare un esercito di precari da cacciare alla bisogna», spiegano ancora i Cobas.
Le proteste intanto continuano. Anche a Bari, Messina e in altre città sono cominciati i presìdi; mentre continuano quelli già esistenti altrove, nonostante i massicci nuclei di «forze dell’ordine» inviati allo scopo di spaventare. A Roma, sotto il ministero, ce n’è stato uno molto visibile organizzato dai sindacati del «patto di base» (Cobas, RdB, Sdl), che annuncia fra l’altro uno sciopero generale di tutte le categorie per il prossimo 23 ottobre e assemblee cittadine nei prossimi giorni. Il momento più grave però si sta producendo a Palermo, dove diversi docenti – sotto il locale provveditorato – sono in sciopero della fame da quasi dieci giorni. Le condizioni di salute sono andate peggiorando nelle ultime ore e da numerose città gli stessi colleghi in lotta hanno cominciato a invitarli a soprassedere – per ora – a questa forma di protesta.
www.ilgiornale.it “Ma sulle cifre è battaglia tra viale Trastevere e sindacati. A sentire questi ultimi i docenti precari che resteranno a casa dovrebbero essere in tutto 18 mila, circa 40 mila i posti lasciati liberi dai docenti andati in pensione, mentre i tagli ammontano a 57.368 posti. In totale mancano all’appello 17.530 posti per altrettanti precari che lavorano da anni nella speranza di essere immessi in ruolo. In questi giorni si sta procedendo alla convocazione dei supplenti inseriti nelle graduatorie ad esaurimento (286mila in tutto). Non si sa ancora quanti di loro resteranno a casa. Pochissime invece le speranze per i 473mila iscritti nelle graduatorie d’istituto, quindi senza abilitazione, in lizza per la sicura disoccupazione.”
 
www.repubblica.it “Come al solito, sono i numeri a spiegarci molto. Questa volta direttamente elaborati dal governo e tenuti segreti fino a qualche ora fa. Secondo la relazione illustrativa che accompagna alcuni emendamenti al decreto anticrisi dello scorso 7 luglio i “supplenti senza incarico” nel 2009/2010 per effetto dei tagli agli organici saranno 19.724. Non tutti l’anno scorso avevano una cattedra completa, alcuni erano riusciti a racimolare soltanto un spezzone di cattedra che manteneva viva la speranza perché produceva reddito e preziosi punti per la graduatoria ad esaurimento.

E se si sommano i singoli numeri relativi alle regioni si scopre perché la protesta è scoppiata proprio al Sud. Più di 14 mila supplenze sulle 19 mila e 724 che scompariranno quest’anno (il 71 per cento) sono localizzate nelle otto regioni meridionali: Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Pura casualità o calcolo? Una cosa è certa, della notizia saranno contenti gli esponenti della Lega che in questi mesi hanno sparato a zero sugli insegnanti meridionali, arrivando a dettare diktat allo stesso ministro dell’istruzione, Mariastella Gelmini. Il resto d’Italia perde pochi posti e la sofferenza è quindi contenuta. Le sei regioni padane dovranno rinunciare a 3.926 supplenze (il 20 per cento del totale). Un numero di posti inferiori a quello della sola Campania, che ne perde oltre 4 mila.”

 


Gelmini, devi stare zitta!

3 settembre 2009

 

 

Come avete detto voi, governanti, ai portavoce dell’UE, ai giornalisti, agli oppositori…

così noi lo diciamo a voi: ZITTI!

Di fronte a decine di migliaia di persone che restano senza lavoro, sparate  CANNONATE di BESTIALITA’, e proponete il nulla, però detto con belle parole e accompagnato dalla fanfara. Attenti a non suonare troppo forte, i vostri devoti, beati, si potrebbero svegliare dal sonno!

I DOCENTI che restano senza lavoro NON SONO DEGLI SFRUTTATORI DELLO STATO ITALIANO E NON USANO LA SCUOLA COME AMMORTIZZATORE SOCIALE;

PIUTTOSTO SONO STATI SFRUTTATI PER DECENNI, PER COPRIRE CATTEDRE VUOTE  su cui non si è voluto assumere a tempo indeterminato. Hanno servito lo Stato e ora sono sbattuti fuori.  Anche oggi ci sono TANTISSIME CATTEDRE VUOTE.

I Carabinieri a Roma stanno facendo ispezioni su CATTEDRE FANTASMA, che prima erano dichiarate  inesistenti e poi, in seguito alla chiamata dei Carabinieri, sono miracolosamente riapparse !!!

www.repubblica.it “Ancora problemi ieri anche nella scuola Russell di via Tuscolana dove sono in corso le nomine di italiano e latino allo scientifico. Le operazioni sono state nuovamente bloccate da precari esasperati. «Solo dopo la nostra richiesta di controlli spiega Carlo Seravalli – sono spuntate fuori 13 nuove disponibilità che prima non comparivano nell´elenco dell´ufficio scolastico. Inoltre, ben tre cattedre segnate prima della verifica sono risultate inesistenti».

Vogliono eliminare la scuola pubblica, la cultura, i docenti,… Così ne eliminano anche le famiglie! Ma la sorte degli uomini non interessa ai governanti, così lasciano gli italiani come i clandestini a naufragare in mezzo al mare.

Gli stranieri in cerca d’asilo politico, gli omosessuali, i giornalisti, i registi, i professori…

Eliminiamoli tutti!